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Saluti a Madre Nafisa e alle altre Eroiche Madri dell’Afghanistan!

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Traduzione delle affettuose parole che RAWA, Revolutionary Association Women of Afghanistan, dedica a Madre Nafisa. Emerge il meraviglioso ritratto di una grande donna, straordinaria attivista e amica generosa che, fino alla sua scomparsa pochi giorni fa, ha sempre ispirato figlie, nipoti e intere generazioni di donne.

madari nafisa in rawa demoCon immensa sfortuna, Nafisa, meglio conosciuta come “la Madre”, di sicuro una delle madri più gentili per tutti noi, è deceduta il 5 aprile 2020, rattristando profondamente tutti i membri di RAWA. Da madre amorevole e accogliente per tutti noi, ha trascorso gran parte della sua vita al servizio di RAWA e ognuno di noi ha imparato tanto da lei. Lei, proprio come la maggior parte delle nostre madri, ha sopportato un immenso dolore per la perdita dei nostri migliori giovani e ci ha sempre detto: “ricorda, non piangere mai noi, perché è solo la morte prematura dei nostri giovani che ci distruggerà e non avrei mai voluto testimoniarlo”.

 

Madre Nafisa ha incontrato Meena nei primi giorni in cui ha fondato RAWA, Revolutionary Association of the Women of Afghanistan. Acuta e intelligente, è stata subito attratta dall’essenza rivoluzionaria di Meena e si è assunta un vero impegno con lei, offrendo con devozione le sue forze alla causa di RAWA. Sebbene avesse letto pochi libri politici, dedicò la sua vita, le sue risorse, persino i suoi figli, a RAWA più di ogni altra rivoluzionaria, al servizio delle donne afghane.

Madre Nafisa aveva perso il marito due anni prima del colpo di stato del 27 aprile 1978. Ha detto “l’onere di prendersi cura di una famiglia di sei membri senza il sostegno di mio marito mi stava lentamente frantumando, ero profondamente depressa e perdevo speranza ogni giorno. Accidentalmente, l’incontro con Meena e le sue nuove parole, mi hanno cambiata già dopo la prima conversazione. Ho ritrovato la forza e mi sono vista pronta a combattere una lotta più grande della difficoltà di prendermi carico della mia famiglia”.

Durante l’era del terrore di Khalqi e Parchami, diversi membri della famiglia di Madre Nafisa sono stati arrestati e uccisi, lasciandole profonde cicatrici che sarebbero durate fino agli ultimi momenti della sua vita.

Andò in Pakistan e incontrò di nuovo Meena. Il viaggio di Madre Nafisa e della sua famiglia in Pakistan si sarebbe dovuto concludere negli Stati Uniti per un legame familiare che avevano, i loro visti erano già pronti. Tuttavia, dopo aver vissuto per un po’ con Meena e suo marito il dottor Faiz Ahmad, ha rivisto la sua decisione e ha annunciato ai suoi familiari che sarebbe rimasta in Pakistan insieme a Meena e RAWA nella speranza che le sue figlie diventassero compagne di Meena. Alle sue figlie ed altri giovani membri di RAWA insegnò la resistenza e la lotta. Viveva principalmente in case condivise con giovani ragazze di RAWA che le adoravano profondamente, motivo per cui tutti la chiamavano Madari (la madre). Con l’eleganza e il buon gusto che la caratterizzava, per loro cucinava e cuciva vestiti.

Meena ha dato alla luce la sua primogenita nella notte del 5 agosto 1979, il giorno della famosa rivolta di Balahesar programmata per rovesciare il regime fantoccio di Khalqi. La sconfitta dell’insurrezione e la cattura della maggior parte dei rivoluzionari, compreso suo marito, non le permise di rimanere a letto a riposarsi alcuni giorni. Nonostante il suo corpo malato, usciva la mattina presto e tornava a casa a tarda notte, cercando di salvare i compagni che non erano stati ancora arrestati dall’intelligence “AGSA”. In queste condizioni in cui le era impossibile curarsi della figlia appena nata, Madre Nafisa prese la neonata e si occupò di lei, come in seguito aiutò Meena a crescere anche i suoi due gemelli. Non ha aiutato solo Meena, ha anche sostenuto molte altre donne in queste condizioni. La frase che la maggior parte dei membri di RAWA ha sentito da lei è: “lascia i tuoi figli con me, concentrati sul tuo lavoro “.

madari with dr faiz and meenaDurante la guerra di resistenza contro l’Unione Sovietica, una parte della leadership e del lavoro di RAWA si trasferì in Pakistan. Il dominio dei gruppi fondamentalisti jihadisti e la complicità dell’ISI con le bande criminali hanno reso difficile il funzionamento delle forze progressiste tra cui RAWA. La banda di Gulbuddin, insieme ad altre bande jihadiste, iniziò a dare la caccia a rivoluzionari e intellettuali in Pakistan. In tali circostanze, RAWA ha dovuto organizzare in varie strategie clandestine i suoi progetti politici, sociali ed economici per le donne immigrate a Quetta e Peshawar, dove milioni di immigrati vivevano nei campi profughi.

RAWA aveva bisogno di affittare case segrete, in un momento in cui non era facile affittare case da proprietari pakistani. L’intelligence pakistana ISI, stava cercando di identificare tutti gli afghani, in particolare gli intellettuali, e comprendere le loro connessioni. Madre Nafisa e diverse altre madri di RAWA hanno avuto un ruolo chiave in questo periodo, comportandosi con vicini e proprietari di casa in modo da non far sospettare che si svolgesse lavoro politico in casa. La maggior parte dei trasferimenti di documenti segreti tra cui la rivicsta “Payam-e-Zan” da un luogo all’altro è stata possibile grazie a questo gruppo di donne coraggiose. Madre Nafisa e altri hanno svolto questi compiti con tanta accortezza e determinazione che si pensava avessero anni di esperienza nel lavoro segreto. Spesso Meena e altri membri di RAWA hanno seguito le loro idee e i loro consigli. Meena diceva sempre loro con un sorriso: “Voi siete le nostre insegnanti in queste cose”.

Quando RAWA decise di creare un laboratorio artigianale per donne a Quetta, Madre Nafisa e altre due madri che avevano buone capacità sartoriali, si assunsero la responsabilità di guidare il progetto. Di notte, insegnavano a cucire a decine di giovani ragazze di RAWA e durante il giorno viaggiavano nei campi profughi per consegnare strumenti e kit di produzione alle donne e per recuperare ciò che avevano realizzato. Nei campi hanno incoraggiato le donne a partecipare agli affari sociali e ai corsi di alfabetizzazione.

mothers of rawa who are no more with usUna delle attività di RAWA era quella di fornire riparo a donne e ragazze vittime di violenza. Con una leggera consapevolezza dei loro diritti, non potevano più tollerare l’oppressione dei loro mariti, fratelli o padri e si sono rivolte a RAWA per chiedere aiuto. In Pakistan, sotto queste condizioni oppressive, i membri della RAWA hanno ritenuto loro dovere proteggere queste donne. Lasciare alle spalle le loro famiglie, in particolare i loro figli, e iniziare una vita segreta per la maggior parte di loro è stata una transizione estremamente difficile. Madre Nafisa, che era una madre compassionevole e devota, cercava sempre di tenersi in contatto con loro di propria iniziativa, utilizzando i pochi soldi che aveva per dar renderle felici con dei piccoli regali. Ne ha ascoltato le tragiche storie e pianto con loro. Ha sollevato il loro umore, aumentatone l’autostima e supportandone le abilità e capacità. Rise con loro e le confortò, condividendo con loro le sue esperienze di vita.

Dopo l’assassinio di Meena e del dottor Faiz, Madre Nafisa disse di essere stata devastata per sempre. Non riusciamo a ricordare un’occasione in cui non abbia versato lacrime parlando di Meena. Ha detto: “Porterò questa sofferenza fino al mio ultimo momento, per me è un dolore più pesante di qualsiasi altro precedente”.

Rendiamo omaggio a questa cara madre, custodendo la sua memoria per sempre.

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