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Comunicato del KJK, Coordinamento delle comunità delle donne curde per l’8 marzo 2020

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KJKIn occasione dell’8 Marzo, Giornata Internazionale delle Donne diciamo:

Trasformiamo questo secolo nell’era della rivoluzione delle donne!

Donne, sorelle, compagni;

Stiamo attraversando un periodo storico, una fase di transizione che accade una volta in un secolo. Il vecchio viene superato e il nuovo aspetta di essere costruito. Questa volta non saranno i governanti, ma noi, che determineremo come sarà il nuovo! Noi, le donne il cui cuore batte per la libertà, la rivoluzione e la vera uguaglianza, siamo la forza rivoluzionaria di quest’epoca! Siamo noi che costruiremo una vita libera ed equa.

Vediamo come il sistema patriarcale-capitalista che proliferava nel XX secolo come sistema su scala globale, oggi più devastante che mai, non è più sostenibile. Questa situazione è evidente nell’espansione e nell’acuirsi delle crisi in tutto il mondo. L’aumento di guerre, sfollati, morti, catastrofi climatiche, ecocidi, povertà e violenza mostrano i livelli di questa crisi e il caos.

Nel primo quarto del XXI secolo, il sistema capitalista globale ha aumentato gli attacchi contro le donne, particolarmente colpite da guerre, massacri, sfollamenti, violenze e privazioni di ogni tipo solo in quanto donne.

Allo stesso tempo, è proprio la nostra lotta per la liberazione, l’uguaglianza e la giustizia a porre la più grande sfida a questo sistema di dominio. Oggi più che mai ci stiamo organizzando per affrontare il sistema patriarcale che esiste da oltre 5.000 anni, alzando la voce contro l’oppressione, l’ingiustizia e lo sfruttamento e chiedendo libertà e uguaglianza. Noi donne ci opponiamo a tutte le forme di molestie e stupri, sessismo, disuguaglianza, esclusione, schiavitù, sfruttamento e disciplina causate dalla mentalità imposta da questo sistema! Siamo in piazza per dare un senso e un contenuto ai diritti e a quelle libertà scritte su carta! Dobbiamo abbattere i confini e le disuguaglianze imposte dai sistemi religiosi, legali e giudiziari che determinano e influenzano ogni aspetto della nostra vita! Contro l’occupazione, la distruzione, la deforestazione, l’inquinamento, la mercificazione e lo sfruttamento della natura e contro la mentalità che beneficia pochi individui a scapito della maggioranza, noi donne siamo in prima linea!

Oggi, i movimenti delle donne costituiscono la più grande forza anti-sistema in tutti gli angoli del mondo. Facciamo parte del movimento sociale più popolare del nostro tempo e come tale abbiamo costruito il potere di mobilitare grandi folle in un tempo molto breve. Siamo consapevoli della nostra forza! Della nostra capacità di creare le forme d’azione più creative, rumorose e ispiratrici. È giunto il momento di misurare il potere della nostra creatività. Siamo noi donne che stiamo scuotendo il sistema dominante, abbattiamolo!

È nel corpo delle donne che si esprime più profondamente la dualità delle battaglie tra libertà e schiavitù, pace e guerra, uguaglianza e sfruttamento, antiche quanto il sistema patriarcale. La forma più cruda della Modernità Capitalista si esprime nella realtà delle donne, perché la donna è, per il nostro movimento, la prima schiava, la prima ad essere considerata un oggetto, la prima classe e la prima colonia della storia. Questo ha portato a una tale rottura che ha spianato la strada a tutte le altre forme di oppressione che ne sono seguite.

Che siano umani o animali, persone o classi sociali, per paese d’origine o per essere lavoratori, non c’è nulla che il sistema dominante non abbia oggettivato. Il fatto che noi donne costituiamo il primo ciclo di questa catena di sfruttamento dimostra che la nostra condizione è una delle principali contraddizioni sociali irrisolte. Proprio per questo motivo la vera liberazione e il cammino verso l’uguaglianza sociale possono essere raggiunti solo attraverso la nostra liberazione.

Il sistema imposto da una mentalità maschile in crisi è consapevole di questa realtà. Ed è per questo che cerca di garantire il suo potere aumentando gli attacchi contro di noi attraverso la violenza, il sessismo e la misoginia. Ma sappiamo che questi attacchi sono diretti soprattutto verso le donne che lottano.

Solo nell’ultimo anno possiamo segnalare il brutale assassinio di Hevrin Xelef, una politica di spicco in Rojava (Kurdistan occidentale), massacrata dallo Stato turco e dai suoi collaboratori fondamentalisti; l’artista di strada Daniela Carrasco, che ha partecipato alle proteste in Cile, violentata e impiccata per strada; l’assassinio della professoressa Diana Isabel Hernández Juárez, attivista impegnata nella cura e protezione dell’ambiente in Guatemala; Esraa Gharib, la giovane palestinese assassinata dalla sua famiglia in nome dell'”onore” dopo aver condiviso una foto con il suo fidanzato…Tutti questi casi di femminicidio rivelano una mentalità studiata per mettere a tacere le donne. In tutto il mondo, il sistema patriarcale risponde brutalmente alla coscienza sempre più attiva delle donne nella loro ricerca di libertà e nella lotta contro questi crimini.

Tuttavia, non sta ottenendo i risultati desiderati. Contro questa mentalità, ci opponiamo con una crescente solidarietà tra le nostre lotte, ci moltiplichiamo sfidando coloro che vogliono colpire e ridurre le nostre forze. Rispondiamo all’omicidio di ogni donna uccisa da un uomo o dalla violenza di stato, che rappresentano due facce di una stessa moneta. E’ così che resistiamo allo sfruttamento patriarcale-capitalista.

Più che mai, l’8 marzo 2020, riteniamo che la resistenza in sé non è più sufficiente. Per superare questo sistema di dominio maschile organizzato a livello globale, dobbiamo tessere un sistema di donne!

Cosa intendiamo per sistema di donne? Bisogna capire chiaramente che il nostro obiettivo non è quello di creare una nuova egemonia o semplicemente costruire un sistema femminile da e per le donne. Al contrario, vogliamo porre fine a tutte le forme di oppressione, di dominio e di sfruttamento. Stiamo costruendo un sistema alternativo basato su principi genuini di democrazia, ecologia e libertà. I popoli e le comunità hanno vissuto sulla base di questo sistema sociale per millenni, nonostante la civiltà statalista che ora si pretende naturale. È tempo di ricostruire ciò che ci appartiene.

Ci sono fattori storico-sociali che fanno delle donne i principali soggetti del movimento rivoluzionario del XXI secolo. I movimenti rivoluzionari degli ultimi due secoli hanno dimostrato approcci diversi a questa questione. Hanno separato la questione delle donne dalla società in generale mascherando la natura sistemica del problema, e ponendo sempre più ostacoli alla capacità delle donne di lottare per diventare un movimento sociale più ampio. La verità è che i movimenti rivoluzionari che non comprendono la necessità di porre al centro la liberazione delle donne, difficilmente riusciranno nella loro lotta di opposizione al sistema, o a sviluppare strategie adeguate per raggiungere soluzioni concrete.

È di primaria urgenza che noi occupiamo veramente i nostri spazi decisionali in tutte quelle questioni politiche, militari, diplomatiche, sociali e culturali che sono di competenza degli Stati nazionali. È una priorità sviluppare le nostre politiche specifiche che forniscano una risposta immediata alle nostre esigenze nel contesto che abbiamo indicato. Per superare lo stato di movimento reazionario, la lotta delle donne deve creare e determinare le sue agende, i suoi piani e programmi d’azione. Una nuova lotta strategica è essenziale e crediamo che debba basarsi su un particolare paradigma e su una prospettiva ideologica diversa da quella sviluppata finora.

Come Movimento di liberazione delle donne del Kurdistan, ci basiamo sul paradigma democratico-ecologico-femminista che portiamo avanti da decenni e che è stato sintetizzato dal nostro leader Abdullah Öcalan, tenuto in carcere da 21 anni dalla NATO, un’organizzazione che oggi è la migliore rappresentante della mentalità dello Stato/maschio. Crediamo che questo paradigma sia la soluzione alternativa alla crisi sistemica che stiamo affrontando, con la liberazione delle donne come pilastro fondamentale. La sua espressione scientifica è Jineolojî, la scienza della donna e della vita.

In Rojava, dove il Movimento ha fatto notevoli progressi, è stato avviato questo processo di costruzione di un sistema alternativo basato sulla nostra prospettiva ideologica.Dopo la sconfitta dell’ISIS nel nostro territorio rivoluzionario, lo Stato turco e le forze di potere alleate hanno iniziato una nuova guerra contro Rojava con l’aiuto degli Stati Uniti, della Russia e dell’Europa. Ciò che questi attacchi nascondono in realtà è il tentativo di annientare la nostra scelta di vita libera all’interno di un sistema democratico che ha cominciato a costruirsi attorno allo slogan “Jin-JiyanAzadî” (Donne- Vita-Libertà). Questa è la nostra rivoluzione e la difenderemo con la vita fino all’ultimo.

Per trasformare la fase attuale in una vera e propria era di rivoluzione femminista, abbiamo urgente bisogno di più organizzazione. Per trovare un equilibrio ottimale tra lo specifico e l’universale su scala globale, proponiamo il confederalismo delle donne democratiche a livello mondiale, come modo per organizzare la nostra lotta comune. Dobbiamo costruire una forte unità, per concordare punti comuni senza limitare o trascurare le nostre specificità. Dobbiamo unire la nostra esperienza, la nostra conoscenza e le nostre prospettive, per scuotere il sistema dominato dalla mentalità maschile opponendogli una mentalità femminile di sostegno reciproco. Dobbiamo liberarci di tutto ciò che ci occupa, che ci limita, ci divide e ci separa. Possiamo farcela.

Il confederalismo delle donne democratiche può essere la base comune di questa lotta. Riuniamoci tutte insieme e costruiamo il nostro Sistema Confederale Femminile; formuliamo il suo accordo e stabiliamo i suoi principi e valori comuni.

Come Movimento per la liberazione delle donne kurde, intendiamo l’8 marzo in questo senso. Con il nostro slogan “La lotta delle donne è esistenza, resistenza, libertà”, vogliamo che la nostra lotta prenda forma per abbattere le fondamenta del sistema patriarcale. Costruiamo il nostro sistema autonomo e distruggiamo il patriarcato. Questa sarà la risposta più significativa alla violenza maschile e statale che porterà giustizia alle donne e a tutti i nostri martiri: Organizzare, resistere, garantire la libertà!

Con la convinzione che questo 8 marzo sarà una giornata di lotta per avvicinare l’organizzazione delle donne in tutto il mondo, dalle montagne del Kurdistan alle valli del Medio Oriente, dalle steppe dell’Africa alle strade d’Europa, dalle alture dell’Asia alle foreste del Sud America, dalle pianure dell’Australia alle piazze del Nord America, mandiamo il nostro saluto rivoluzionario a tutte le donne che lottano nel mondo.

Salutiamo in particolare tutte le sorelle e compagne nel mondo che si sono mobilitate per difendere la nostra rivoluzione contro le politiche di occupazione e sterminio con lo slogan “Le Donne Difendono Rojava”. Con l’emozione di vivere in tempi rivoluzionari, e con la determinazione di trasformare questo secolo nell’era della rivoluzione femminista, vi salutiamo tutte nella Giornata internazionale delle Donne.

La lotta delle donne è esistenza, resistenza, libertà!

Lunga vita all’8 marzo! Jin – Jiyan – Azadî!

Marzo 2020

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