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Visioni e strategie dal Kurdistan

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Roj

Dichiarazione finale della prima conferenza internazionale su Confederalismo democratico, Municipalismo e Democrazia globale lanciata a Roma il 5 e 6 ottobre 2019 da Uiki (Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia).

L’evento ha visto “la partecipazione non solo di protagonisti diretti della rivoluzione del Rojava (Rehan Sheikhmous, Ahmad Yousef, Anwar Muslem, un contributo dal nord-est della Siria) ma anche di lotte e movimenti che si richiamano agli stessi principi, dall’emancipazione del popolo curdo in altri territori (Sezai Temelli, Nîlufer Koç, Ercan Ayboga, Hanim Engizek, Haskar Kirmizgul, Mohammed Abdalla Awl, Leyla Imret, Ferda Cetin, Newroz Uysal) alle rivendicazioni ecologiste, municipaliste e di autodeterminazione che si agitano in diversi contesti geografico-politici (Victoria Sandino, senatrice ed ex militante Farc, Daniel Mancio, attivista Sem Terra, Leo Saldanha, ricercatore Environment Support Group e attivista dall’India, Giada Bonu, attivista Nudm, Janet Sanz, vice-sindaca della città di Barcellona, Maribel Cervantes Cruz, rappresentante del Congresso Nazionale Indigeno in Messico, Erasmo Palazzotto di Mediterranea Saving Humans), nonché l’avvicendarsi di riflessioni teoriche di ampio respiro da parte di studiosi, ricercatori, giornalisti, avvocati (Fabio Marcelli, Enrica Rigo, Glenis Balangue-Dalkiran, Laura Corradi, Nazan Üstündağ, Salvatore Malinconico, Federica Giardini, Jeffrey Miley, Giuseppe Micciarelli, Stefania Battistini, Genevieve Vaughan, Giuseppe Caccia, Carmine Malinconico, Debbie Bookchin) e di rappresentanti ed ex-rappresentanti della politica e dell’associazionismo (Massimiliano Smeriglio, Francesco Martone, Antonio Ragonesi, Laura Marmorale, Domenico Lucano, Giuseppe Casafina, Simon Dubbins, Vincenzo Miliucci)” con “l’intento di creare connessioni non solo in orizzontale, fra movimenti e lotte da diverse parti del mondo, ma anche in verticale, provando a capire quanto gli attuali assetti istituzionali (in particolare, quelli italiani) debbano accogliere le suggestioni del municipalismo e del confederalismo democratico e quanto, viceversa, le spinte dal basso possano mettersi in dialogo con tali assetti”  (da Dinamo Press)

Dichiarazione finale

La prima conferenza internazionale su Confederalismo Democratico, Municipalismo e Democrazia Globale ha visto la partecipazione di più di 650 attiviste/I, accademici/accademiche, sindaci, femministe ed ecologiste/i da tutto il mondo. Tutte/i insieme abbiamo discusso ed analizzato attraverso il lavoro di 7 panel con persone esperte, i temi cruciali del nostro tempo, localmente, regionalmente e globalmente. Il lavoro di Ocalan, leader del popolo curdo, è stato di ispirazione con la proposta di Confederalismo Democratico come alternativa a patriarcato, stato-nazione, neoliberismo e sfruttamento della natura – ed è stato il terreno del nostro dibattito, accettato come soluzione globale. 

Il bisogno di comunicazione e coordinamento delle lotte, fra tutti i popoli qui rappresentati, unendo gli sforzi per creare piattaforme comuni, è vitale per superare la situazione presente di caos e crisi del sistema capitalista, della modernità, del positivismo, dell’etero sessismo e del nazionalismo, che ci sfidano ad implementare soluzioni alternative come il confederalismo democratico.

 

Come sintesi di quanto uscito alla conferenza, proponiamo i seguenti punti:

  1. La costruzione di un’Accademia per il Confederalismo Democratico, con una metodologia non gerarchica ed aperta a tutti/e indipendentemente dal titolo di studio dove le conoscenze indigene possono essere studiate.
  2. L’istituzione della doppia carica (uomo e donna) per la democratizzazione di politica, amministrazione e movimenti sociali.
  3. L’implementazione di processi di democratizzazione dello Stato attraverso il rafforzamento delle municipalità, cooperative, centri sociali ed organizzazioni della società civile, offrendo l’opportunità di strutture di partecipazione attiva.
  4. Democratizzare tutti i processi decisionali relativi all’ ambiente e alle risorse, evitando che interessi economici privati distruggano l’ambiente, aria e acqua e i mezzi di sussistenza, promuovendo la difesa di salute e ambiente nella comunità.
  5. Praticare la lotta di liberazione delle donne come maggiore area di impegno politico per uomini e donne nella vita quotidiana e nell’attivismo, per dissolvere il patriarcato in quanto padre del capitalismo.
  6. Chiamare alla difesa delle conquiste democratiche dei popoli del Nord Est della Siria contro le minacce dello Stato Turco. A tal fine, celebriamo la giornata mondiale di Kobane il 1 novembre come un giorno di lotta e solidarietà.
  7. Condannare la distruzione delle amministrazioni locali, municipalità e strutture della società civile da parte della Turchia e rendere urgente che il governo italiano eserciti pressione diplomatica, legale e politica nel Consiglio d’Europa per il rispetto della legge riguardante il” Congresso delle Autorità Locali e Regionali”.
  8. Intensificare iniziative politiche, culturali e diplomatiche, azioni sociali e pressione sui media per il rilascio di Ocalan, incluso l’assegnazione di cittadinanze d’onore come fatto da 19 municipalità in Italia, e chiedendo ai sindacati italiani di iniziare una campagna “Libertà per Ocalan”.
  9. Organizzare conferenze nazionali, seminari locali, panel specifici e workshop in Europa, sul tema del Confederalismo Democratico.

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