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Appello contro l’occupazione turca

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ANF – Rete Kurdistan – 1 agosto 2019

800px Kurdish inhabited area by CIA 1992

Nella risoluzione finale di una conferenza convocata dal KNK (Congresso nazionale del Kurdistan) contro l’occupazione del Kurdistan del sud da parte della Turchia, organizzazioni curde come KCK (Unione delle comunità del Kurdistan), PDK (Partito democratico del Kurdistan)e YNK (Unione patriottica del Kurdistan)vengono inviate con urgenza a prendere misure comuni.

Il 27 luglio si è svolta una conferenza del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK) a Bruxelles dove rappresentanti di partiti e organizzazioni politiche da tutte le quattro parti del Kurdistan hanno discusso di una posizione comune sull’occupazione del Kurdistan del sud da parte dello Stato turco. Come documento conclusivo delle e dei partecipanti, il KNK ha pubblicato una dichiarazione di nove punti.

„I nostri nemici hanno diviso il Kurdistan in quattro parti. Con il contratto di Qasr-e Shirin il Kurdistan nel 1639 è stato dapprima diviso in due, con il contratto di Losanna nel 1923 alla fine in quattro parti“, si dice nella dichiarazione finale. „La popolazione del Kurdistan non ha mai accettato questi contratti né li ha considerati legittimi. In tutte le quattro parti del Kurdistan ci sono state insurrezioni contro questo. I curdi non si sono piegati al nemico. Negli ultimi trent’anni nel nostro Paese hanno avuto luogo nuovi sviluppi. Nel 1991 è nata una regione autonoma nel Kurdistan del sud, più tardi in Rojava. Iran e Turchia non hanno mai accettato questi sviluppi.“

Piano di occupazione complessivo

Rispetto alla progressiva occupazione del Kurdistan del sud da parte dello Stato turco, nella dichiarazione si fa riferimento a un piano complessivo:

“Dopo la nascita della regione autonoma in Rojava lo Stato turco ha fatto entrare in gioco un piano di attacco e iniziato con l’attuazione di un piano di occupazione. Prima sono state occupate Azaz e Jarablus, poi Efrîn. Ora si vuole estendere l’occupazione a Kobanê, Cizirê e Girê Spî [Tall Abyad]. Dopo l’occupazione di Efrîn lo Stato turco continua i suoi crimini disumani. Viene modificata la demografia e vengono rubate le ricchezze. Contemporaneamente è iniziata l’occupazione del Kurdistan del sud. L’occupazione non ha luogo solo in ambito militare, ma anche culturalmente e economicamente. Si vogliono occupare zone ampie e strategicamente importanti.“

Sostegno dell’Iran, silenzio dell’Iraq

“L’Iran sostiene lo Stato turco in questa operazione di occupazione. Non partecipa in modo aperto, ma non la disturba. Questa forma di collaborazione si è già verificata spesso nel corso della storia. Il popolo curdo deve essere vigile e mandare a vuoto gli intrighi del nemico. Anche il governo iracheno tace e collabora con la Turchia in modo sottile. Questa collaborazione dura dal referendum sull’indipendenza in Kurdistan.“

Il Kurdistan del sud non deve accettare l’occupazione

“Il governo e le forze politiche del Kurdistan del sud a fronte di questi sviluppi tacciono e in prevalenza non prendono posizione contro gli attacchi di occupazione. Il governo del Kurdistan del sud, i partiti, le organizzazioni della società civile e la popolazione del sud non devono accettare questa occupazione. Devono prendere sul serio le richieste della popolazione e prendere posizione.“

Formare un’unità contro il nemico

“Per legittimare l’occupazione, lo Stato turco dichiara di eseguire un’operazione contro il PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan). Si tratta di una manipolazione e di una completa distorsione dei fatti. Il progetto dello Stato turco per il 2023 contiene un allargamento dei suoi confini secondo il patto nazionale Misak-i Milli, compresa Mosul e il nord della Siria. Si vuole occupare l’intera regione e annientare le conquiste dei curdi. Per queste ragioni dobbiamo formare un’unità contro il nemico. Dobbiamo salvaguardare il Kurdistan e la sua popolazione da questi pericoli. Dalla popolazione del Kurdistan, dai suoi partiti, dalle sue organizzazioni della società civile, dall’Amministrazione Autonoma del Rojava e in particolare dal governo del Kurdistan del sud vogliamo quanto segue:

  1. Noi condanniamo l’occupazione dello Stato turco e iraniano e chiamiamo alla resistenza.
  2. L’invasione dello Stato turco nel Bradost continua. Per bloccare il percorso verso la libertà nel Kurdistan del nord e dell’est, vuole annientare le conquiste in Kurdistan del sud. Tutte le forze curde devono prendere posizione contro l’occupazione in modo unanime e difendersi contro questa ingiustizia.
  3. Gli attacchi aerei turco continuano da Zaxo fino a Qendîl. Con questi attacchi si nuove allo spazio vitale e alla popolazione. Numerosi villaggi sono stati spopolati e rubati. Al loro interno sono stati posizionati soldati turchi. Anche questo dato di fatto mostra che si vuole che l’occupazione sia duratura. Tutta la gente del Kurdistan deve chiarire attivamente che non è d’accordo con questo.
  4. La presenza della guerriglia e dei peshmerga in questi territori è un dato storico e legittimo. Le forze che nel sud, nel nord, nell’est lottano per la libertà, hanno costruito campi militari contro l’occupazione nemica. Questo è il loro diritto nazionale.
  5. Non solo l’occupazione turca del Kurdistan del sud, anche l’occupazione di Efrîn, Azaz, Bab e Jarablus deve essere condannata. Lo Stato turco deve immediatamente cessare i suoi attacchi e ritirarsi dalle zone occupate.
  6. Anche gli attacchi dello Stato iraniano non vanno dimenticati. L’Iran deve mettere fine senza condizioni ai suoi attacchi alla regione. La via migliore per l’Iran, che è sotto pressione a livello internazionale e viene bloccato, è un dialogo con le forze curde e una soluzione dei problemi in modo pacifico.
  7. Vogliamo far notare anche al governo dell’Iraq l’occupazione da parte dello Stato turco. La Turchia viola la Costituzione irachena e vuole allargare l’occupazione a un territorio ampio. Il governo iracheno deve sfruttare i suoi diritti giuridici e prendere misure proteggere i suoi cittadini.
  8. Come partecipanti a questa assemblea, facciamo appello a KCK, PDK, YNK e a tutte le forze curde perché prendano misure contro l’attacco e l’occupazione. Devono riunirsi senza indugio e mostrare una posizione comune contro l’occupazione.
  9. Le forze democratiche, gli Stati democratici e le organizzazioni internazionali democratiche devono levare le loro voci e mostrare una reazione contro l’occupazione da parte dello Stato turco.

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