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I colloqui di pace con i talebani vedranno la presenza di alcune donne

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theguardian.com – 15 aprile 2019

Riportiamo la notizia, pubblicata dal “Guardianarticolo tradotto  riguardo all’inclusione di alcune donne nelle trattative “di pace” tra USA e talebani per dovere di cronaca.

L’articolo riporta innumerevoli errori di valutazione, che riteniamo fondamentale segnalare.

Per prima cosa ci domandiamo chi siano queste donne che parteciperanno ai colloqui e che hanno sostenuto il movimento dei talebani che, non solo nei 4 anni del loro regime, ha ristretto ogni spazio alle donne. Solo per fare un esempio, in questi ultimi 17 anni si sono registrati, nelle zone che controllano, moltissimi casi di lapidazione per adulterio o semplicemente per aver ascoltato della musica,

 

oltre a innumerevoli violazioni dei diritti umani. Non è dato sapere, dal momento che il portavoce dei talebani non ha fatto nomi ed è dimostrato dai fatti che non basta l’atteggiamento di facciata usato per accontentare i paesi occupanti per cambiare le cose: il parlamento afghano ha visto la presenza di un’alta percentuale di donne che non hanno fatto nulla per migliorare la condizione delle donne nel paese, come dice chiaramente il rapporto di Medica Mondiale del 2108: https://www.medicamondiale.org/en/where-we-work/afghanistan.html. Possiamo davvero considerare questo un “passo avanti”, come dichiara soddisfatta la deputata afghana Fawzia Kowfi di cui abbiamo denunciato le connessioni familiari con il traffico di droga, la corruzione e i legami con partiti fondamentalisti (https://www.cisda.it/controvento/personaggi/2181-fawzia-koofi.html)?

Non solo, i talebani oggi non sono un movimento che ha un solo comando, come ci hanno confermato i compagni di Hambastagi, le compagne di RAWA, la senatrice Bilquis Roshan e Malalai Joya, ma gruppi che rispondono a diversi interessi a seconda della loro zona di influenza, e al momento c’è una sorta di gara tra paesi (la Russia, il Pakistan, la Cina, l’Iran, l’Arabia Saudita…) interessati al controllo di un’area geostrategica fondamentale per “comprare” i favori di uno o dell’altro gruppo (https://www.ilcaffegeopolitico.org/97681/afghanistan-russia-diplomazia-sicurezza-e-geostrategia), con il rischio che ciascuna di queste bande di criminali fondamentalisti vada per la sua strada e scateni in breve una nuova sanguinosa guerra civile.

Queste cosiddette trattative di pace sono una enorme farsa per nascondere il fatto che nel paese che USA e alleati occupano da quasi 20 anni non è stato fatto alcun passo concreto per rendere il paese libero e indipendente e per difendere i diritti delle donne e i diritti umani.

 

 

 

 

Articolo

I colloqui di pace con i talebani vedrà la presenza di alcune donne

La richiesta di avere una rappresentanza femminile per porre fine a una guerra che dura da 17 anni avrà seguito

 Women at a polling station last year. The Taliban said the women joining the talks would be normal Afghans. Photograph Mohammad IsmailReutersIl principale portavoce dei talebani ha dichiarato che per la prima volta alcune donne faranno parte della delegazione che questo mese andrà in Qatar per portare avanti i colloqui sul futuro dell’Afghanistan con i diplomatici statunitensi.

Questa dichiarazione dei talebani, noti per il loro atteggiamento ultraconservatore sui diritti delle donne, rappresenta un’apertura alla richiesta di includere anche le donne nei colloqui, che hanno la finalità di porre fine a più di 17 anni di guerra in Afghanistan.

“Tra i membri della delegazione dei talebani che andrà agli incontri di Doha, in Qatar, saranno presenti alcune donne” ha dichiarato Zabihullah Mujahid, il principale portavoce dei talebani. E, senza fare nomi, ha aggiunto: “Queste donne non hanno relazioni familiari con i membri più anziani dei talebani, sono afghane che vivono sia all’interno del paese sia all’estero e sono state sostenitrici e parte attiva della lotta dell’emirato islamico”.

L’incontro del 19-21 aprile a Doha sarà l’ultimo di una serie di colloqui tra i talebani e i diplomatici statunitensi e probabilmente includerà una delegazione di 150 uomini di politici afghani e personalità della società civile.

I talebani hanno ribadito la loro indisponibilità a includere nelle trattative formali dei rappresentanti del governo afgano, che liquidano come regime “fantoccio” controllato dagli Stati Uniti.

Mentre l’Afghanistan rimane un paese profondamente conservatore, specialmente nelle zone rurali, i diritti delle donne hanno fatto importanti progressi dopo la campagna a guida USA del 2001, che ha rovesciato il governo dei talebani. Molte donne temono che se il gruppo riprenderà il potere, molti di questi passi avanti potrebbero essere rimessi in discussione.

Il movimento dei talebani, salito al potere negli anni ’90, è diventato famoso in tutto il mondo per aver costretto le donne a indossare il burqa e imposto severe restrizioni alle donne, tra cui il divieto di frequentare la scuola e di lavorare fuori casa.

Tuttavia, i portavoce dei talebani dicono che il gruppo è cambiato e che ora incoraggia l’istruzione e altri diritti delle donne all’interno di un sistema islamico regolato dalla sharia.

Alcuni gruppi della società civile, il governo afghano appoggiato dall’Occidente e i partner internazionali dell’Afghanistan hanno insistito affinché le donne prendessero parte ai colloqui e la notizia che la delegazione talebana ha accolto la richiesta è stata accolta con favore. Fawzia Koofi, ex parlamentare afghana che ha preso parte a una precedente tornata di incontri a Mosca, ha affermato che la presenza delle donne nella squadra dei talebani è un “passo avanti”. “Solo le donne sanno che cosa sono il dolore e le miserie che hanno sofferto. La presenza di donne nella delegazione dei talebani dimostra che la loro ideologia è cambiata”, ha dichiarato.

Jeanne Shaheen, che fa parte della Commissione per l’esercito del Senato USA, ha insistito per far sì che le donne giochino il loro ruolo nei colloqui di pace e ha affermato che questa inclusione sarebbe fondamentale per assicurare all’Afghanistan il sostegno internazionale anche in futuro.

“Possiamo far leva su alcune cose a cui i talebani sono interessati”, ha detto ai giornalisti a Kabul, dove era in visita con una delegazione del Congresso. “Dopo la fine del conflitto avranno interesse a ricevere sostegno economico”.

“Se i talebani intendono ricevere sostegno internazionale… sarebbe loro interesse riconoscere, in qualsiasi accordo verrà sottoscritto, l’importanza della partecipazione delle donne e il rispetto dei diritti umani “.

 

Traduzione a cura del CISDA

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