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Afrin deve seguire l’eroico esempio di Kobane!

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dal sito di Hambastagi, 30 Gennaio 2018

Traduzione di Ester Peruzzi, Dalila Scaglione e Sara Somaini.

afrin kobani womenIl 20 gennaio 2018, il governo fascista turco ha continuato a perpetrare crimini annunciando ufficialmente che ha intenzione di attaccare Afrin per sconfiggere i “terroristi del PKK” e l’ISIS. Il governo criminale e dispotico sta cercando di deviare l’opinione pubblica nel paese e all’estero portando a far credere che l’ISIS sia di nuovo in quest’area, nonostante sia noto che questa brutale organizzazione abbia abbandonato completamente la Siria, in particolar modo la città di Afrin e dintorni.

Cosa più importante, secondo fonti attendibili, il governo di Erdogan è stato uno dei più grandi sostenitori dell’ISIS e l’esercito turco ha combattuto al fianco dello Stato Islamico durante gli attacchi a Kobane. I legami duraturi tra la Turchia e l’assassino Gulbuddin, conosciuto come “il macellaio di Kabul”, dimostrano, perlomeno, che questo governo dispotico supporta le forze più estremiste. Inoltre, il governo sanguinario di Erdogan ha fornito armi e denaro agli ex combattenti dell’ISIS sotto l’Esercito Siriano Libero, infierendo sulla popolazione della zona, insieme alle forze armate turche. Il governo Ikhwan, che ha causato una radicata ostilità verso il popolo curdo, gli impedisce di vivere in pace e tranquillità, privandoli di libertà e giustizia ed è questo il motivo per cui continua a cospirare contro di loro spargendo violenza e terrore.

 

Tre anni fa Abdullah Ocalan, il leader dei combattenti curdi recluso in carcere, aveva avvertito tutti riguardo Afrin: “Oggi non è il giorno in cui costruire dei laboratori tessili. È il giorno in cui costruire dei laboratori per armi e munizioni, in modo da poter creare un comunismo bellico e radicarlo nella società.” Oggi questa previsione è diventata realtà e a questa lotta si può solo rispondere con la ribellione.
La brillante storia del popolo curdo è piena di sacrificio e resistenza contro i reazionari religiosi e non, e dopo l’eroica resistenza di Kobane, che ha arricchito la loro esperienza, non sono rimasti in silenzio e hanno preso in mano il loro destino. La città di Afrin popolata dai curdi fa parte di tre cantoni della Siria (Afrin, Kobane e Jazira), è autonomamente amministrata dal Partito dell’Unione Democratica (PYD) ed è stata relativamente al sicuro sin dal 2012. Anche persone di altre religioni come arabi, turchi, assiri, yazidi, armeni e ceceni vivono in questa zona. Oggi, le forze democratiche siriane, composte dai combattenti del YPG e persone di altre etnie, soprattutto arabi, si sono unite in difesa di Afrin. Gli abitanti di Afrin, anche donne anziane, hanno impugnato le armi e stanno combattendo eroicamente contro l’esercito turco e l’ISIS armati fino ai denti.

I combattenti curdi hanno il diritto di sfruttare i conflitti interni delle potenze mondiali per il proprio interesse, ma non dovrebbero lasciarsi ingannare dall’amicizia del guerrafondaio governo americano, perché la storia di questa superpotenza è costellata di crimini e tradimenti contro i movimenti che lottano per la libertà. Se gli USA hanno sostenuto i curdi, solo in apparenza e per i propri interessi, non significa che un giorno non li pugnaleranno alle spalle, proprio come in questo periodo, in cui gli USA hanno semplicemente dichiarato che sono “preoccupati” per gli efferati attacchi della Turchia, ma non hanno fatto nulla di più. Il popolo afghano ha un’esperienza amara e sanguinosa con il favoreggiamento dei criminali e gli interventi degli Stati Uniti nel nostro paese che, negli ultimi quarant’anni, hanno provocato disastri non ancora risolti.

Solo la coraggiosa lotta dei curdi, che affrontano l’avanzato esercito turco con una volontà e un impegno di ferro, può umiliare questi criminali. Le persone che sono insorte, si sono unite e hanno tra i loro ranghi donne coraggiose come Avesta Khabur, che ha sacrificato se stessa per far esplodere un carrarmato turco, non possono essere sconfitte. Proprio come la gente coscienziosa di tutto il mondo ha sostenuto l’eroica resistenza di Kobane, oggi, quelle stesse persone non devono abbandonare Afrin, perché una lotta equa e innovatrice avrà sempre il supporto di esponenti e gruppi progressisti di tutto il mondo.

Mandiamo i nostri più calorosi saluti ai combattenti di Afrin e li sosteniamo!
Partito della Solidarietà dell’Afghanistan
30 gennaio 2018

 

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