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RAPPORTO: METÀ DELLA POPOLAZIONE AFGHANA OGGI VIVE IN UN DISTRETTO FUORI DAL CONTROLLO DEL GOVERNO.

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Dailycaller.com – Will Racke – 30 ottobre 2018

talibanafghanistan 300x129Circa metà degli Afghani vive in un distretto al di fuori del totale controllo del governo di Kabul, secondo l’analisi dei dati sulla popolazione afghana, un altro parametro che rileva l’incapacità delle Forze di Sicurezza afghane sostenute dagli Stati Uniti nel respingere la ribellione dei Talebani.

La stima arriva da un rapporto pubblicato lunedì dal Long War Journal, un sito internet di notizie e analisi associato alla Foundation for the Defense of Democracies – Fondazione per la Difesa delle Democrazie. Usando i dati sulla popolazione afghana dell’esercito statunitense, gli autori Bill Roggio e Alexandra Gutowski hanno stabilito che il 41% degli Afghani risiede in un distretto conteso dai Talebani, mentre il 9% vive in un distretto controllato dai Talebani.

L’analisi del Long War Journal descrive i distretti delle province afghane in tre modi: controllati dal governo, contesi e controllati dai Talebani. Secondo questo schema di classificazione, 13,4 milioni di Afghani vivono in zone contese, dove hanno vari livelli di contatto con i ribelli Talebani. Altri tre milioni vivono in zone, dove i Talebani esercitano il controllo sul governo locale.

Il Pentagono usa più categorie per descrivere lo status dei distretti afghani, il che conduce a un quadro leggermente diverso rispetto al numero di afghani minacciati dalla ribellione talebana. In particolare, l’esercito distingue tra distretti “contesi” e aree sotto “l’influenza” del governo. Questa distinzione permette di affermare che solo il 24% della popolazione vive in un distretto conteso, ben al di sotto la stima del Long War Journal.

Da entrambe le definizioni, gli ultimi dati sulla popolazione indicano i mancati progressi da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti nel raggiungere l’obiettivo di portare la maggior parte della popolazione afghana sotto il controllo del governo. L’allora comandante dell’Operation Resolute Support – Operazione Sostegno Risoluto, il Generale John Nicholson nel novembre 2017 affermò che “nei prossimi due anni le Forze di Sicurezza afghane estenderanno il controllo sull’80% della popolazione”.

Da allora, le Forze di Sicurezza afghane hanno difatti perso terreno con i Talebani per quanto riguarda il numero degli afghani che vivono sotto il controllo di ogni fazione, secondo lo Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction (SIGAR) – Speciale Ispettorato Generale per la Ricostruzione afghana.

“Da quando il SIGAR ha cominciato a ricevere i dati sul controllo della popolazione nell’agosto del 2016, la tendenza generale è stata una diminuzione della percentuale della popolazione afghana che vive in aree sotto il controllo o l’influenza del governo (di circa il 4% di punti percentuale), una fluttuazione della popolazione che vive in aree contese (da quasi il 23% al 29%), e un aumento della percentuale che vive sotto il controllo o l’influenza dei ribelli (di circa tre punti),” secondo quanto riportato dall’ente nell’ultimo rapporto trimestrale di luglio.

Il crescente numero di Afghani che vive in distretti contesi o controllati dei Talebani arriva nel corso di un anno particolarmente sanguinoso sia per le Forze di Sicurezza afghane sia per i civili. I combattenti talebani hanno completamente distrutto parecchie unità dell’esercito afghano e sono quasi riusciti a strappare al governo il controllo di un’importante capitale di provincia durante i combattimenti dell’estate. A metà anno, circa millesettecento civili sono stati uccisi negli scontri, aggiungendo il 2018 agli anni più mortali per i non-combattenti in Afghanistan dal 2009.

I Talebani hanno beneficiato dalla strategia della coalizione di cedere i territori rurali ai ribelli mentre consolidavano le proprie forze nelle aree più densamente popolate, secondo Roggio e Gutowski.

“Anche se il governo afghano potrebbe proteggere una percentuale maggiore della popolazione, il controllo territoriale rimane una risorsa cruciale della resilienza talebana,” scrivono, aggiungendo che i “Talebani usano le zone rurali per reclutare combattenti, come campi di addestramento, per tassare i residenti, per diffondere l’ideologia radicale e per lanciare attacchi su aree più popolose sotto il controllo del governo.”

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