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Turchia, chiusi 131 mezzi di informazione

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La Stampa – 28 luglio 2016

2016 07 27T213907Z 893248326 S1BETSBERJAB RTRMADP 3 TURKEY SECURITY CONSPIRACY kKhH U10801473120173V1C 1024x576LaStampa.itSarà dedicata al fallito golpe del 15 luglio la riunione annuale del Consiglio Militare Supremo (Yas) che si svolgerà oggi ad Ankara, in anticipo rispetto alla data prevista. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è riunito ieri con il premier Binali Yildirim e con il capo di Stato Maggiore, il generale Hulusi Akar, per discutere l’agenda della riunione.

Per il governo parteciperanno alla riunione il primo ministro, che presiederà la seduta, e il ministro della Difesa, Fikri Isik, insieme ai vertici militari non silurati dopo il fallito golpe. In cima alla lista dei temi da discutere le nuove procedure all’interno delle Forze armate e la loro «ristrutturazione» annunciata nei giorni scorsi da Erdogan e da Yildirim, oltre alle promozioni e alle nomine degli ufficiali che andranno a prendere il posti dei golpisti e dei presunti sostenitori della rete di Fethullah Gulen, il predicatore accusato di essere l’ispiratore del golpe. Per la prima volta, la riunione dello Yas si svolgerà a la Cankaya, l’ex palazzo presidenziale ora sede del primo ministro, e non a Palazzo Cakmak, la sede dello Stato Maggiore. Inoltre, mentre i precedenti incontri sono durati fino a tre giorni, la riunione di oggi si chiuderà in giornata con le decisioni sui vari temi in agenda.

Ordinata la chiusura di 131 mezzi di informazione

Il governo turco ha emesso un decreto che ordina la chiusura di 131 mezzi di mezzi di informazione accusati di legami con la rete di Fethullah Gulen. In particolare è stata disposta la chiusura di tre agenzie, 16 canali televisivi, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici. Si tratta in diversi casi di media che già nei mesi scorsi, a causa dei legami con Gulen, erano stati messi sotto amministrazione controllata. Tra i più noti, il quotidiano Zaman, il canale all-news Samanyolu e l’agenzia Cihan. Il decreto che ordina la loro chiusura è stato pubblicati in gazzetta ufficiale ieri sera.

 

Nuovi arresti

Le autorità turche hanno eseguito 72 nuovi arresti per presunta affiliazione alla rete del predicatore Fethuallah Gulen, accusato di essere l’ispiratore del fallito golpe del 15 luglio. Lo riporta il quotidiano filo-governativo Sabah, che spiega che tra gli arrestati ci sono anche un ex governatore e un ex capo della polizia della provincia nord-occidentale di Bursa.

Scontri con il Pkk

Almeno cinque membri delle forze di sicurezza turche sono stati uccisi la scorsa notte in due attacchi attribuiti al Pkk curdo nel sud-est del Paese. Lo riferisce l’agenzia di stampa Dogan. Un ordigno esploso al passaggio di un mezzo militare blindato ha ucciso tre soldati in una zona rurale della provincia di Siirt, mentre due poliziotti sono morti in un attacco combinato con un’autobomba e una successiva sparatoria a un controllo di polizia nei pressi di Hakkari. Ripreso da un anno, il conflitto tra Ankara e il Pkk nel sud-est turco ha causato centinaia di morti su entrambi i fronti, compresi civili, e oltre 350 mila sfollati.

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