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Afghanistan. Perdonato Gulbuddin Hekmatyar, “il macellaio di Kabul”.

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Ristretti orizzonti – 23 settembre 2016 – La Repubblica, 23 settembre 2016

3500È possibile sedersi al tavolo dei negoziati con chi ha contribuito a ridurre la capitale del proprio Paese in un cumulo di macerie per poi trascinarla in 15 anni di guerra e violazioni di diritti umani? Forse sì, o almeno lo è in Afghanistan, dove ieri è stata firmata una bozza di accordo di pace tra il governo di Ashraf Ghani e il movimento Hezb-e-Islami (Hia) guidato dall’oggi quasi 70enne Gulbuddin Hekmatyar, meglio noto come “il macellaio di Kabul”.

Per 40 anni Hekmatyar è stato uno dei più potenti signori della guerra afgani: i suoi uomini sono accusati della morte di migliaia di persone, di aver sfigurato donne con l’acido e creato centri di tortura clandestini. Dagli anni Duemila, Hekmatyar è inserito nella lista dei “terroristi globali” delle Nazioni Unite: è stato anche uno dei motori della lotta contro la coalizione militare a guida statunitense che abbatté i Taliban nel 2001.

Ma nell’Afghanistan di Ghani, un Paese disperato, in cui le zone sotto controllo del governo diminuiscono di giorno in giorno, anche a lui si può dare una possibilità. E questo, il signore della guerra lo ha capito bene: da mesi mandava segnali di cambiamento. Le sue posizioni verso la presenza internazionale nel Paese si sono notevolmente ammorbidite.

La scelta di dialogo con il governo è avvenuta forse in nome di una paura comune, quella dell’Isis che si sta espandendo nell’Est del Paese, tradizionale rifugio di Hekmatyar, rubandogli finanziatori e reclute. O forse per convenienza economica, visto il calo di interesse verso l’Hia da parte dei suoi grandi finanziatori, l’Iran e i servizi segreti pachistani.

In base a quanto stipulato nei 25 articoli dell’accordo Hezb-e-Islami abbandonerà le armi, rilascerà i prigionieri e rispetterà la Costituzione. Una svolta storica dunque, se non fosse per un vincolo che non ha mancato di suscitare proteste: la pace diventerà effettiva solo quando Hekmatyar verrà riabilitato a livello internazionale e sarà libero di rientrare a Kabul dopo 20 anni di esilio. Human Rights Watch e altre Ong internazionali hanno criticato duramente l’accordo.

 

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