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I Talebani uccidono il preside di una scuola femminile

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Guardian, 25/5/2011
Un gruppo di talebani armati ha ucciso il preside di una scuola femminile nei pressi della capitale Kabul, dopo avergli più volte intimato di non insegnare in una scuola per ragazze. Khan Mohammad, il preside della scuola femminile di Porak nella provincia di Logar, è stato ucciso vicino alla sua abitazione lo scorso martedì, afferma Deen Mohammad Darwish, portavoce del governatore di Logar. “E’ stato ucciso perché voleva continuare a dirigere quella scuola,” dice Darwish.
Mateen Jafar, il provveditore agli studi della provincia di Logar, che si trova a circa un’ora di macchina da Kabul, afferma che Mohammad aveva ricevuto molte minacce di morte dai Talebani, che gli intimavano di non insegnare a ragazze. Jafar aggiunge che anche il figlio di Mohammad è rimasto ferito nell’attacco omicida.
L’istruzione per le ragazze era stata proibita durante il regime talebano tra il 1996 e il 2001, in quando “contraria all’islam”. Ma tuttora si verificano periodicamente attacchi contro le ragazze che vanno a scuola, contro i loro insegnanti e contro gli edifici scolastici.
Dopo che il governo talebano è stato abbattuto nel 2001, con l’invasione della coalizione guidata dagli USA, le donne hanno visto riconosciuti alcuni diritti, tra cui quello all’istruzione e al voto. Il governo afghano e i suoi sostenitori occidentali hanno promesso di continuare a garantire queste conquiste ma le loro promesse sembrano valere poco nel momento in cui i leader politici afghani stanno cominciando un processo di riconciliazione che include il dialogo con i Talebani.
Le agenzie di sviluppo temono che i governi occidentali si stiano concentrando troppo sui loro piani per completare il passaggio degli apparati per la sicurezza dalle forze militari straniere a quelle afghane entro la fine del 2014, senza consolidare le conquiste ottenute per le donne, come il diritto all’istruzione.
In anni recenti, le ragazze sono tornate a frequentare le scuole, specialmente a Kabul, anche se questo diritto viene difficilmente fatto valere nelle aree più remote e conservatrici d’Afghanistan.
Sotto i Talebani,  le donne non potevano avere accesso a cure mediche ed erano obbligate a indossare un burqa che le copriva dalla testa ai piedi; solo i bambini maschi avevano il diritto di andare a scuola. Molte di queste consuetudini sono ancora largamente diffuse.
Estremisti islamici gettano acido in faccia alle ragazze mentre vanno a scuola e le scuole stesse vengono bruciate. L’anno scorso c’è stata una serie di misteriosi avvelenamenti da gas nelle scuole femminili, anche a Kabul, con decine di ragazze intossicate. I talebani non hanno fatto alcuna dichiarazione su questi casi. Un report pubblicato lo scorso febbraio da alcune organizzazioni di aiuto allo sviluppo dice che l’istruzione delle ragazze è in pericolo a causa della mancanza di sicurezza, della mancanza di fondi e materiali scolastici e per l’insufficiente preparazione professionale degli insegnanti. Nello stesso report si legge che 2,4 milioni di ragazze risultano iscritte a scuola, ma che circa il 20 per cento non va regolarmente in classe. Le ragazze che di fatto frequentano la scuola si trovano spesso a dovere affrontare fino a tre ore di viaggio e molte finiscono per fare lezione a cielo aperto. Il report sottolinea la carenza di insegnanti donne – circa una su 100 nelle aree più remote e conservatrici – il che limita drammaticamente le speranze delle ragazze di ricevere un’istruzione che vada oltre alla scuola primaria.

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