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Afghanistan: bene il voto, ma c’è il sospetto di brogli

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06 Aprile 2014 – Lettera 43

Nx233xl43 afghanistan elezioni 140405105812 medium.jpg.pagespeed.ic .XvhyqGtuZ9Nella giornata: 690 scontri e 1296 denunce di irregolarità.

L’impresa è stata portata a termine. Nonostante le minacce di attacchi terroristici e i timori per i brogli.
Gli afghani hanno votato per il successore di Hamid Karzai e le urne sono in viaggio verso i capoluoghi provinciali e verso Kabul, dove è previsto lo spoglio ufficiale.

SODDISFATTI USA E INDIA. A essere particolarmente  sodisfatti per la riuscita delle operazioni di voto sono stati soprattutto gli Stati Uniti, l’India e la Cina. Elogi accompagnati da quelli di altre Nazioni amiche fra cui l’Italia, e delle strutture militari internazionali come Nato ed Isaf, che si appresta a concludere entro l’anno la sua missione afghana.
Tutti hanno riconosciuto, come hanno fatto il presidente Barack Obama e il Segretario di Stato, John Kerry, che la consultazione elettorale ha avuto un ruolo «critico» nell’assicurare il «futuro democratico del Paese nonché il sostegno della comunità internazionale».

PIÙ CAUTA LA CINA. Più cauta la Cina, che ha rivolto un appello alle parti a un «dialogo che permetta di raggiungere un’intesa fra le parti ampia ed inclusiva». Mentre l’India ha sottolineato che «con il voto gli afghani hanno sconfitto le minacce di violenza e le intimidazioni dei terroristi».
Alcuni analisti afghani, e anche i responsabili della ong italiana Emergency che in Afghanistan ha due ospedali e 40 cliniche, hanno ritenuto però che non si debbano tirare conclusioni troppo affrettate sulla portata di quello che, nessuno lo contesta, è stato un successo del governo dell’uscente Hamid Karzai.

SCONTRI SUL TERRITORIO. Dopo aver minimizzato ad esempio l’impatto dell’azione dei talebani, che avevano annunciato alla vigilia un sabotaggio su vasta scala del voto, le autorità afghane hanno via via ammesso che scontri sul territorio sono avvenuti in moltissime province, come anche il 6 aprile quando un rudimentale ordigno (ied) ha ucciso in Kunduz tre persone che con un camion trasportavano urne.
SONO STATI 690 GLI ATTACCHI. Sempre inclini all’esagerazione, i seguaci del Mullah Omar hanno dichiarato di avere sferrato «almeno 1.088 attacchi», con il ministero dell’Interno che ha risposto con un censimento di appena 140. Poi è intervenuta la Difesa portando il livello a 690 attacchi, «fra fuoco diretto, spari di razzi, scoppio di rudimentali ordigni (ied) e azioni di kamikaze».

EMERGENCY: «RADDOPPIATI I FERITI». Conversando con l’agenzia Ansa Emanuele Nannini, responsabile dei programmi afghani di Emergency, ha indicato che i feriti entrati il giorno delle elezioni nei due ospedali della ong a Kabul e Lashkargah, «sono stati circa il doppio della media giornaliera», con «ferite dovute allo scoppio di mine e a colpi d’arma da fuoco». «Ho l’impressione», ha ancora detto, «che il mondo abbia guardato una piccola parte della giornata elettorale, quella delle città, delle postazioni delle telecamere e dei fotografi». Ma non si deve dimenticare, ha proseguito, che «la popolazione urbana è il 25% del totale, mentre il restante 75% sta nelle campagne, dove nessuno è andato a guardare dove secondo me ci sono stati problemi».

BROGLI: 1296 DENUNCE. Lo ha certamente dimostrato l’uccisione, neppure apertamente rivendicata, della fotografa tedesca Anja Niedringhaus, e il ferimento della giornalista canadese Kathy Gannon. E poi, ad attenuare gli entusiasmi per i 7 milioni di votanti annunciati dalla Commissione elettorale, c’è la crescita delle denunce di brogli che, al netto delle cifre finali previste per il 7 aprile, ultimo giorno di presentazione, hanno raggiunto quota 1.296.

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