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Lettera dall’Australia sulle Case per Donne Maltrattate (Shelters)

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Apprendiamo con sgomento che il Ministero degli Affari Femminili (MoWA) del governo afghano propone di gestire direttamente tutti gli shelters del paese entro 45 giorni e che la Suprema Corte Afghana ha decretato che cercare rifugio negli shelters gestiti dalle ONG viene ora considerato un crimine per il quale le donne possono essere perseguite.

Tutto ciò rappresenta una sconfitta enorme nella lotta per i diritti delle donne in Afghanistan.

Lei si trova in una posizione unica per aiutare le donne piu’ fragili dell’Afghanistan. Per favore, faccia qualcosa per sostenerle.

In Afghanistan, sia il sistema legale che le intese informali sono sempre stati utilizzati in modo distorto contro le donne. Gestiti in modo indipendente, gli shelters costituiscono spesso l’unica protezione per le donne dalla violenza e, a volte, anche dalla morte. Meno della metà delle 34 province dell’Afghanistan possono usufruire di uno shelter per le donne, ma quei pochi che esistono salvano comunque la loro vita. Il piano del governo di rilevare questi shelters mette a repentaglio quei pochi luoghi in cui le donne possono trovare protezione da famiglie violente e da matrimoni forzati.

Con questo nuovo sistema, le donne e le ragazze che cerano rifugio dovranno prostrarsi davanti ad una commissione composta da funzionari governativi e sottoporsi a dubbiosi “test clinici” che accertino che non siano colpevoli di adulterio o prostituzione. Se, dopo aver superato entrambi questi “esami”, una donna viene ammessa, non potrà tuttavia lasciare lo shelter senza un permesso ufficiale. La realtà è che queste poche case-rifugio stanno per diventare delle vere prigioni.

Il nuovo regolamento prevede inoltre che la donna venga “riconsegnata” alla famiglia, se quest’ultima ne richiede il rientro. Se messa in atto, questa legge costerà la vita a molte donne. Quasi tutte le donne che attualmente si trovano negli shelters sono fuggite da abusi e violenze inflitte da membri della loro stessa famiglia.

 

È dal 2001 che governi come il nostro parlano di miglioramenti nella vita delle donne, utilizzandoli come giustificazione per continuare l’occupazione in Afghanistan. Se questo cambiamento verrà messo in atto, i nostri cittadini – sempre piu’ scettici – potrebbero domandarsi perché mai i soldati australiani dovrebbero morire per combattere i talebani quando lo stesso governo sta attuando una politica del tutto simile alla loro. Quest’ultimo attacco verso i diritti delle donne andrebbe ulteriormente a minare quel poco di sostegno che ancora esiste fra i cittadini australiani.

Alla Campagna Generale delle Nazioni Unite per porre fine alla Violenza contro le Donne, le chiediamo di utilizzare la sua influente posizione per proteggere i diritti delle donne afghane.

Le chiedo di spingere il governo afghano a riconsiderare questa legislazione e, al contrario, ad impegnarsi per proteggere le donne dell’Afghanistan e tutti i coraggiosi difensori dei diritti umani, molti dei quali sono donne, che stanno cercando di contrastare anni di discriminazione e violenza contro le donne afgane.

Barbara James
Segretaria Generale di SAWA – Australia
(Support Association for the Women of Afghanistan)

 

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