Skip to main content

“Sono una criminale. Qual è il mio crimine?”: il tributo di vite umane dell’aborto in Afghanistan

|
TAG:

Sune Engel Rasmussen e Fatima Faizi  Kabul  The  Guardian  26 aprile 2017

4832Quando Maryam fece un aborto, suo marito la picchiò e umiliò. La sua storia non è insolita in Afghanistan, tuttavia le interruzioni di gravidanza illegali e insicure sono in aumento.

Come sposo novello, il marito di Maryam le promise di lasciarla finire l’università e diplomarsi. Poi lei rimase incinta e tutto cambiò. “Per una settimana fui sotto shock. Se la famiglia di mio marito avesse saputo che ero in cinta non mi avrebbe permesso di finire l’università” Così Maryam agì prontamente, trovò un’ostetrica disposta a farla abortire, vendendo i gioielli della sua dote per ricavare 250.000 afghani (€ 2.900).

In clinica qualcosa andò storto. Maryam finì in ospedale dove, al suo risveglio, trovò suo marito che le urlava: “Perché hai fatto questo? Perché hai ammazzato il mio bambino?”.

La punizione iniziò appena fu dimessa. Nella società afghana l’aborto è visto come una macchia all’onore della famiglia; il marito difese il suo onore picchiandola e rapandola a zero. “Per far vedere che ero una puttana” raccontò Maryam.

La storia di Maryam non è fuori dal comune. L’aborto in Afghanistan è severamente stigmatizzato e raramente legale. Tuttavia il numero di aborti illegali è in aumento, grazie anche alla maggior presenza di ostetriche qualificate.

 

Un segno che gli aborti stanno diventando molto diffusi è il prezzo che è sceso dall’aborto di Maryam quattro anni fa. Le cliniche ora chiedono 15-20.000 afghani per un intervento chirurgico e 6.00 per un trattamento medico farmacologico. Per le giovani, spesso disoccupate è una grossa cifra ma non impossibile.

5620 300x1965760 300x200Tra coloro che si rivolgono a queste cliniche ci sono donne singole con un fidanzato, mogli con un marito drogato e coppie troppo povere per poter avere un bambino.

In Afghanistan l’aborto legale è permesso per salvare la vita della madre o se il bambino dovesse nascere con grave disabilità.

In casi rari le donne possono ottenerlo se troppo povere per crescere un bambino. In questo caso a decidere è un consiglio di religiosi. Sembra strano ma è più facile ottenerlo con questa motivazione nelle aree controllate dai Talebani….

L’organizzazione Marie Stopes International, insieme all’organizzazione Afghan Family Guidance Association, un’affiliata dell’ International Planned Parenthood Federation, fornisce assistenza dopo gli aborti legali fatti nei centri sanitari governativi.

Marie Stopes International fornisce anche pillole abortive nelle cliniche private, da usare entro le 12 settimane.

Senza un’educazione sulla contraccezione, l’aborto diventa una sorta di controllo delle nascite. Non ci sono statistiche precise ma approssimativamente 50.000 donne sono morte per aborti illegali.

Nonostante le leggi, le condanne per aborto illegale sono rare. Gli aborti vengono puniti socialmente.

Maryam fu costretta a dormire per sette mesi in una nuda stanza fredda e poi rispedita alla sua famiglia. Per mesi pregò suo marito di riprenderla. Lui si rifiutò e si risposò. Quatto anni dopo, a 23 anni, Maryam ancora lotta con la depressione, aggravata dal danno subito ai suoi organi riproduttivi durante l’aborto pasticciato. Non potrà più concepire.

Alcuni nomi sono stati cambiati per proteggere le identità delle fonti.

Traduzione a cura del CISDA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *