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DIECI ANNI DI OCCUPAZIONE E CRIMINI CONTRO IL POPOLO AFGHANO

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Dieci anni fa, quando i talebani detenevano il potere nel nostro sfortunato paese, gli eventi dell’11 settembre scossero il mondo intero. Alla fine, decine di migliaia di civili afghani innocenti ne hanno fatto le spese senza aver commesso alcun reato.

Tutta la propaganda intorno alla cosiddetta “guerra al terrorismo” si riduce a un solo fatto: il controllo degli Stati Uniti nell’intera regione unita a forti interessi economici. Con la Cina e la Russia come superpotenze e l’Iran come potenza emergente, gli Stati Uniti devono rafforzare i loro punti d’appoggio in Asia, e l’Afghanistan, considerata la sua posizione geografica, risponde perfettamente a questo scopo. Inoltre, da un punto di vista economico, le riserve di petrolio e gas dell’Asia Centrale assicureranno la supremazia degli Stati Uniti (il progetto del gasdotto Unocal prevede il passaggio attraverso l’Afghanistan). Le riserve minerarie dell’Afghanistan hanno un valore potenziale di circa 4.000 miliardi di dollari.

La guerra ha portato solo infelicità al nostro popolo. Gli attacchi aerei della Nato e dell’Isaf hanno causato migliaia di vittime, per la maggior parte donne e bambini innocenti. La proporzione è molto semplice: più sono i bombardamenti aerei e maggiore è il numero di civili innocenti che ne rimane colpito. Come se non bastasse, con l’amministrazione Obama, dal giugno 2010 il numero degli attacchi aerei degli Stati Uniti e della Nato è drasticamente aumentato del 172%. Secondo una statistica dell’UNAMA (United Nations Assistance Mission in Afghanistan), quest’anno il numero delle vittime civili è ulteriormente salito con 1.462 persone uccise nel periodo che va da gennaio a giugno. Inoltre, il numero dei morti causati dagli attacchi aerei della coalizione è aumentato del 14% rispetto al 2010. Bombe chimiche come quelle al fosforo bianco causano gravi ustioni e altre serie lesioni. Un’altra pratica odiata dalla popolazione sono le frequenti incursioni da parte delle forze straniere. Quando sospettano di qualcuno, le truppe fanno irruzione nelle case nel cuore della notte e uccidono le persone o arrestano gli uomini della famiglia senza comunicare ai parenti dove li stanno portando. Molte persone sono sparite e in seguito ritrovate decedute, oppure sono state sequestrate per lunghi periodi per essere poi scoperte innocenti. Infatti, più dell’80% di coloro che venivano definiti talebani e arrestati dalle truppe di David Patraeus, sono stati poi rilasciati in quanto civili innocenti. Si pensa, a ragione, che gli Stati Uniti testino le loro nuove armi in Afghanistan. Molti effetti nocivi sono provocati inoltre dalle armi all’uranio, che hanno raddoppiato le deformazioni e deteriorato le condizioni di salute. Queste armi, infatti, hanno una forza di penetrazione infinitamente superiore e producono effetti negativi sull’ambiente per lungo tempo. Per queste terribili azioni le forze militari si sono semplicemente “scusate” per aver scambiato afghani innocenti con rivoltosi.

 

Ma questi non sono i soli i crimini contro l’umanità commessi dagli Stati Uniti. Il carcere di Bagram è la Guantanamo dell’Afghanistan. Abusi, torture e omicidi sono stati ripetutamente denunciati. Secondo un’indagine, molti ragazzi afghani sono morti dopo aver subito stupri di gruppo. Ai detenuti non è concesso consultare avvocati e possono rimanere in carcere per “periodi indefiniti”.

La guerra ha distrutto le case e le proprietà di molte famiglie e ha generato migliaia di sfollati, obbligati a spostarsi da una provincia all’altra vivendo in condizioni infernali: senza cibo, riparo e assistenza sanitaria.

Un altro capitolo importante sono i costi della guerra a carico delle popolazioni dei paesi occupanti, in particolare degli USA. L’ultimo studio del Brown University’s Watson Institute afferma che le guerre in Iraq e in Afghanistan sono già costate agli USA 2.500 miliardi di dollari e raggiungeranno i 4.000 miliardi. Gli Stati Uniti detengono il maggior mercato di armi, in cui investono una grossa parte del loro budget per potersi riconfermare la maggiore superpotenza militare del mondo. Secondo i revisori SIGAR e OIG, le tasse che gli USA pagano per arruolare un civile afgano per un anno vanno da 410.000 a 570.000 dollari, un costo già molto elevato, ma decisamente inferiore a quello sostenuto per l’invio di un militare statunitense, che ammonta a circa 1 milione di dollari all’anno. Negli ultimi dieci anni, il governo statunitense ha speso 30 miliardi di dollari in contractors in Afghanistan e Iraq. Alcuni recenti sondaggi hanno messo in luce la vasta corruzione all’interno del sistema militare, evidenziandone cattiva amministrazione e spese totalmente inutili.

Le truffe e la corruzione che hanno contraddistinto le elezioni mostrano la natura sporca della democrazia che gli USA “hanno voluto donare” all’Afghanistan.

L’Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane (RAWA) sostiene che le forze d’occupazione straniere debbano lasciare il paese e ritirare ogni tipo di sostegno al governo in carica. La nostra gente continua a soffrire a causa di tre nemici: i signori della guerra al potere, i talebani e gli invasori stranieri. Se almeno uno di questi nemici lasciasse il paese, la situazione potrebbe migliorare. Inoltre, senza il sostegno straniero, i nemici interni si indebolirebbero e il nostro popolo, che ha ormai imparato la lezione dalla storia, non permetterebbe loro di tornare al potere.

Gli Stati Uniti hanno invaso l’Afghanistan in seguito alla catastrofe dell’11 settembre con il pretesto di “liberare il paese” e portare la democrazia. Gli Stati Uniti però, sono sempre stati i maggiori sostenitori del fondamentalismo islamico in tutto il mondo; infatti nessuno si è sorpreso quando i criminali dell’Alleanza del Nord sono stati messi al potere al posto dei talebani. L’Alleanza del Nord è composta da signori della guerra e della droga, persone che dovrebbero essere in galera a pagare per i crimini commessi. I criminali che rivestono ruoli strategici nella politica del paese sono Abdul Rab Rasul Sayyaf (membro del parlamento), Qaseem Fahim e Karim Khalili (entrambi vice-presidenti), Abdullah Abdullah (ex ministro degli esteri e candidato alle elezioni presidenziali dello scorso anno), Mohammad Mohaqiq (membro del parlamento), Abdul Rashid Dostum (capo staff dell’esercito), Ismail Khan (ministro dell’energia), Atta Mohammad (governatore di Balkh). Un grande criminale ora apparentemente avverso al governo è Gulbuddin Hekmatyar, capo di Hezb-e-Islami. Le mani di Hekmatyar sono sporche del sangue di migliaia di innocenti cittadini di Kabul e anche della nostra amata leader Meena, di cui ordinò il crudele assassinio nel 1977. Questi signori della guerra trascinarono l’Afghanistan in un’oscura guerra civile dal 1992 al 1996. Solo a Kabul, più di 65.000 persone vennero uccise; migliaia di donne furono violentate e stuprate e la gente venne torturata e brutalmente assassinata (chiodi conficcati nella testa, persone massacrate, olio bollente versato sulle piaghe ecc.). Ci furono combattimenti fra molte fazioni che appartenevano a etnie diverse – pashtun, hazara, uzbeki e tagiki – con bombe e razzi. Ogni fazione provocò omicidi di massa contro civili innocenti. Il massacro di Afshar del 1993 è molto famoso. Gli uomini di Sayyaf e Massoud attaccarono l’innocente popolazione Hazara della zona, uccisero più di mille persone e ne catturarono altre migliaia, molte delle quali sparirono. Uomini anziani, donne, bambini e perfino cani vennero decapitati e i loro corpi gettati nei pozzi. Le donne vennero stuprate e le case incendiate. Human Rights Watch ha citato queste violenze in un rapporto, Blood-Stained Hands. Questi signori della guerra hanno la stessa mentalità estremista e misogina dei talebani; l’unica differenza è che si sono tagliati la barba e vestiti con eleganti abiti occidentali per convincere il resto del mondo di essere progressisti, raffinati e democratici.

Più del 70% della popolazione afghana deve sottostare ai talebani o a questi potenti signori della guerra, completamente scollegati dal governo centrale. Infatti, i signori della guerra hanno un “governo” nelle loro province e dispongono di milizie private (che vengono spacciate per forze di sicurezza) che commettono crimini quali pestaggi, saccheggi, rapimenti, stupri, estorsioni e corruzioni nella più totale impunità. Fra questi, i più famigerati sono Atta Mohammad Noor, Matiullah Khan, Azizullah e Abdul Raziq. Le loro azioni hanno provocato proteste durissime da parte degli abitanti locali, stanchi delle continue oppressioni. Tutti questi criminali detengono posizioni di potere e ricevono tuttora notevoli sostegni finanziari dai loro “padroni” occidentali, in particolare dagli Stati Uniti.

Secondo un sondaggio, 28 miliardi di dollari destinati agli aiuti sono finiti “nelle mani dei signori della guerra, molti dei quali mantengono milizie esterne alle strutture delle forze di sicurezza afghane”. È ovvio che questi criminali misogini al potere si prendano gioco della democrazia e della libertà. Nello stesso modo è evidente che, dopo dieci anni, la condizione della popolazione non è migliorata e la violenza ha raggiunto il suo apice, mentre le donne non vedono cambiamenti nella loro vita. Questi personaggi utilizzeranno tutto il loro potere ottenere l’impunità allo scopo di evitare qualsiasi processo. La cosiddetta legge di “riconciliazione nazionale” è stata approvata dal parlamento e dallo stesso Karzai, offrendo a questi criminali l’impunità e riconfermando le loro posizioni di potere. RAWA si è sempre instancabilmente battuta perché questi signori della guerra vengano disarmati e venga tolto loro ogni potere, e affinché siano processati da una corte internazionale per i crimini commessi contro l’umanità. Se questi signori della guerra non fossero foraggiati dai loro capi stranieri, il nostro popolo non esiterebbe a perseguirli e a pretendere la massima pena possibile.

I crimini commessi dai talebani e da altri gruppi di insorti sono ben noti in tutto il mondo grazie all’attenzione che viene data loro dai media. Gli attentati dei kamikaze con ordigni esplosivi improvvisati hanno raggiunto quest’anno un numero impressionante. Nelle intenzioni degli attentatori dovrebbero avere come bersaglio le truppe straniere, ma in realtà uccidono civili innocenti, in particolare bambini. Una percentuale elevata delle vittime civili è provocata da questi attentati talebani e da altri attacchi armati. I talebani hanno rapito, amputato e ucciso persone innocenti ubbidendo ai servizi segreti di altri paesi. Come per i signori della guerra, i maestri pakistani e iraniani dei talebani gli consentono di andare avanti. Tuttavia, nonostante i talebani si assumano apertamente le responsabilità di questi orrori, Karzai e i governi occidentali cercano una riconciliazione con loro e vogliono includerli in questo governo corrotto.

Uno dei principali pretesti utilizzato dalle autorità statunitensi e dall’allora presidente George W. Bush per l’occupazione dell’Afghanistan, era quella di liberare le donne dal dominio talebano. Anche se ignoriamo il fatto che ci siano voluti più di quattro anni prima che il governo degli Stati Uniti si rendesse conto della difficile condizione in cui versavano le donne afghane per poi solidarizzare improvvisamente con loro, l’aver messo al potere i “fratelli” dei talebani, cioè l’Alleanza del Nord, dimostra la falsità di questa apparente “empatia” nonché lo scherzo crudele a cui sono state sottoposte le sfortunate donne afghane. Dieci anni dopo la “liberazione femminile”, l’Afghanistan resta il luogo più pericoloso al mondo per le donne.

Benché sia appurato che le donne conducessero una vita orribile sotto il dominio talebano, l’occupazione militare statunitense non ha certo migliorato le loro condizioni; al contrario, per alcuni aspetti sono addirittura peggiorate. I signori della guerra gestiscono tutte le posizioni strategiche legate al varo e all’implementazione delle leggi, il che significa che vareranno solo leggi conformi alle loro idee misogine. Ad esempio, nel 2009 il presidente Karzai ha firmato una legge ai danni delle donne sciite che permette al marito di stuprare la moglie e impedisce a una donna di uscire senza il permesso del marito; inoltre, il marito può rifiutare qualsiasi concessione alla moglie se quest’ultima non accetta i suoi ordini. Oggi le carceri sono piene di donne il cui unico “reato” è quello di essere fuggite da un marito violento; vengono accusate di crimini morali e di relazioni illecite o adulterio al di fuori del matrimonio. Molte donne vittime di stupri affermano di aver cercato giustizia e, al contrario, di essere state condannate. In molti casi, le loro pene sono addirittura più severe di quelle dei criminali legati ai talebani o ai trafficanti di droga. I signori della guerra e i talebani gestiscono in luoghi isolati i loro tribunali “informali” basati sulla Sharia. Nella provincia di Ghor, due donne sono state pubblicamente frustate da un signore della guerra locale per essere fuggite dai mariti in seguito a matrimoni forzati. Anche punizioni legate alla verginità quali percosse, umiliazioni e uccisioni, sono prassi comune. Una donna definita non più vergine prima del matrimonio tramite visita medica, può rimanere in carcere per anni o addirittura essere condannata a morte, e la sua famiglia viene disonorata per sempre.

Una donna su tre subisce violenze fisiche o sessuali. Non esiste un sistema legale che persegue e punisce chi abusa delle donne. I criminali e i violentatori vivono in libertà. Ci sono infiniti casi di violenza a giovani donne in cui i colpevoli, spesso imparentati con potenti signori della guerra, con comandanti locali o con la stessa polizia, non sono mai stati processati. A causa dell’arretratezza mentale e del timore dello stigma sociale, la maggioranza di questi casi non viene nemmeno alla luce, poiché incidenti di questo tipo causano disonore alla famiglia della vittima. Lo stesso Karzai ha fatto uscire dal carcere alcuni uomini accusati di stupri di gruppo.

Le donne vengono anche sottoposte a violenza domestica dal marito o dai familiari. Percosse e torture sono un’abitudine sociale. Le donne che si rendono conto di non avere alcuna legge che le tutela cercano ogni soluzione possibile per sfuggire alla loro sorte, come la fuga da casa o il suicidio. L’auto-immolazione sta ormai diventando una prassi fra le donne afghane che non vedono alcuna alternativa. Negli ultimi anni, il numero delle donne che si auto-immolano è drasticamente aumentato, in particolare nella provincia di Herat. Le dolorose storie che motivano quest’azione sono sempre le stesse: violenza e svilimento da parte della famiglia o dei parenti, o matrimoni forzati con uomini molto più anziani.

I matrimoni infantili sono molto comuni e il 70-80% di questi sono forzati. Giovani adolescenti sono spesso obbligate a sposare uomini con tre o quattro volte più anziani di loro. Un’altra terribile usanza sono i matrimoni “di scambio”, in cui le donne vengono “offerte” in matrimonio per risolvere controversie o liti fra due famiglie. Se, ad esempio, un membro della famiglia della ragazza uccide una persona dell’altra famiglia, l’assassino “offrirà” la ragazza alla famiglia della vittima per evitare un’eventuale faida. La ragazza riceverà un trattamento disumano da parte dei nuovi familiari, che si vendicheranno per il reato commesso dalla sua famiglia. Inutile dire che i delitti d’onore sono diffusissimi.

I media hanno ampiamente evidenziato come una grande conquista la riapertura delle scuole femminili. Ciò che non viene segnalato, tuttavia, è che più dell’85% delle donne afghane è tuttora analfabeta e che il 70% delle ragazze non frequenta la scuola per problemi di sicurezza o per impedimenti da parte di famiglie conservatrici. Le studentesse vengono avvelenate mentre sono in classe e i rivoltosi hanno dato fuoco a molte scuole intimando alle ragazze di non frequentarle. Spesso, mentre si recano a scuola, vengono violentate, rapite o addirittura uccise. Il famoso incidente in cui alcune studentesse sono state assalite con gas tossici è solo un esempio di quanto sia difficile e deprimente la vita di una ragazza che vuole frequentare la scuola. Inoltre, la qualità dell’educazione scolastica è decisamente bassa e mancano insegnanti e libri.

Le donne sono state recentemente private anche di piccole libertà quali indossare gli abiti che desiderano. Una recente legge spiega in dettaglio come devono vestirsi le donne, in particolare durante i matrimoni. Nella provincia di Herat, la polizia arresta spesso ragazze e ragazzi che escono insieme o che, secondo la mentalità talebana, commettono atti “immorali”.

L’aspettativa media di vita delle donne afghane è di 44 anni. Molte donne non possono usufruire nemmeno dell’assistenza sanitaria di base a causa dell’estrema povertà che impedisce l’accesso a cliniche o ospedali; inoltre, molte famiglie conservatrici impediscono loro di farsi visitare da un medico. L’Afghanistan è il luogo peggiore in cui essere madre e si colloca al secondo posto al mondo per l’elevatissima mortalità materna. Una donna muore di parto ogni 29 minuti e l’86% partorisce senza alcuna assistenza, uno scenario che spesso si verifica mortale.

Inoltre, l’Afghanistan è uno dei luoghi peggiori e più pericolosi per i bambini. La guerra uccide in media due bambini al giorno e ne lascia molti con indelebili danni psicologici. Il reclutamento di bambini da parte delle milizie o dei talebani è in aumento. I talebani hanno usato spesso i bambini come attentatori suicidi e questa pratica sta aumentando. Ogni giorno, 37 bambini muoiono per malattie curabili e per malnutrizione. Secondo l’Unicef (United Nations Children’s Fund), l’Afghanistan è al secondo posto nel mondo per mortalità infantile: un bambino su cinque non supera i cinque anni e le cause di morte sono sempre le stesse. Inoltre, anche gli abusi sessuali sui bambini sono in aumento. Molti bambini fra i 6 e i 12 anni vengono violentati. 1.200.000 bambini afghani lavorano part-time o a tempo pieno per aiutare le famiglie, e la maggior parte svolge lavori duri e sottopagati. Di conseguenza, molti bambini non possono frequentare la scuola né ricevere un’educazione adeguata.

Dall’inizio dell’invasione nel 2001, l’Afghanistan ha ricevuto 57 miliardi di dollari. Subito dopo che gli aerei americani iniziarono a radere al suolo le case degli Afghani, Bush mise nel suo programma di guerra la “ricostruzione della nazione”. Circa l’84% del prodotto interno lordo dell’Afghanistan è costituito dagli aiuti esteri, eppure la vita della maggioranza delle persone non è migliorata. Attualmente, 20 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà, 9 milioni soffrono di mancanza di cibo e 10.5 milioni vivono con meno di un dollaro al giorno. Secondo alcune stime, il livello di disoccupazione raggiunge l’80% in molte aree del paese. Un recente studio afferma che 80 centesimi di ogni dollaro ritornano in un modo o nell’altro al donatore. La maggioranza della popolazione non ha accesso alle strutture sanitarie di base. Il governo afghano e i donatori esteri spendono circa 10 dollari a persona per l’assistenza sanitaria. Gli altri 31 dollari a persona che dovrebbero servire per la sanità del paese pesano sulle spalle degli afghani. Solo il 23% della popolazione ha accesso all’acqua potabile e il 37% a servizi igienici adeguati. Se, ad esempio, camminiamo per Kabul, possiamo vedere che la maggioranza delle strade è piena di polvere, le case sono vecchie e distrutte, non esistono servizi igienici decenti, gli ospedali accessibili al pubblico sono pochi e di basso livello, e ci sono montagne di spazzatura e sporcizia in ogni angolo. Nel centro, invece, aumentano a dismisura edifici enormi, hotel, centri commerciali e case lussuose, che appartengono ai signori della guerra magnati degli affari. Questi luoghi sono accessibili solo a quella classe di gente ricca che sta emergendo nelle aree urbane, benedetta dalla guerra e dal suo esborso di dollari attraverso le ONG e i contraenti stranieri. Un afghano che lavora presso un’ambasciata o una società occidentale può facilmente guadagnare 1.000 dollari al mese – 25 volte il salario di un insegnante. Se la capitale versa in uno stato così pietoso, si può facilmente immaginare quali siano le condizioni delle altre città e, in particolare, delle zone e dei villaggi più lontani. Oggi, a distanza di dieci anni, le forze militari statunitensi hanno finalmente ammesso che la ricostruzione del paese è passata in secondo piano rispetto alla “guerra al terrorismo”.

Gran parte della ricostruzione avrebbe dovuto essere effettuata dagli imprenditori esteri e dalle ONG, in cui la corruzione è dilagante. I dipendenti stranieri e afghani si appropriano indebitamente del denaro destinato agli aiuti. I paesi donatori non contabilizzano né giustificano l’esborso di questi soldi. Il salario dei dipendenti è insolitamente elevato. Una recente indagine ha evidenziato che 360 milioni di dollari in tasse sono finiti nelle mani di talebani, criminali e vari intermediari. Gran parte del denaro destinato ai progetti viene utilizzato per finanziare personaggi disonesti affinché il lavoro possa procedere “in sicurezza”. Anche nei casi in cui il lavoro procede, molte delle infrastrutture si rivelano di qualità mediocre e spesso pericolose. Nel 2007, ad esempio, alcuni progettisti statunitensi hanno deciso di pavimentare una strada lunga 64 miglia che va dalla città di Khost alla provincia di Gardez. Venne ipotizzato un costo di 69 milioni di dollari, che si rivelò alla fine di 176 milioni di dollari. Molti di questi soldi vennero spesi per la sicurezza, inclusi gli esborsi a un potente signore locale che, in seguito, si è saputo appartenere ai rivoltosi. Nel maggio successivo, tuttavia, il “New York Times” riportò che “un tratto della strada completata solo sei mesi fa sta già crollando ed è pericoloso”. Gli edifici pubblici versano nelle stesse condizioni.

L’Afghanistan è il secondo paese più corrotto al mondo. Nel 2009, gli Afghani hanno pagato 2.5 miliardi di dollari in tangenti. Un afghano su due ha pagato almeno una tangente, che sia al funzionario di livello più basso o a un ministro. Nel 2010 Zia Salehi, responsabile amministrativo del Consiglio di Sicurezza Nazionale, è stato arrestato per aver chiesto tangenti a una società di riciclaggio di denaro, ma è stato rilasciato subito dopo per ordine di Karzai. 29 milioni di dollari in aiuti sono stati destinati alle forze di sicurezza afghane e alla polizia. I poliziotti afghani sono stati accusati di omicidio, percosse e detenzione arbitraria. La maggioranza non sa leggere ed è risultata positiva ai vari test della droga. Visti i loro salari bassissimi, essi chiedono spesso tangenti – sia in denaro contante che in articoli costosi – per assicurare un’entrata sufficiente a loro e alle loro famiglie. Le forze straniere che dovrebbero addestrare la polizia si lamentano per la mancanza di disciplina e per l’analfabetismo, che impedisce spesso di comprendere adeguatamente l’utilizzo delle armi.

L’Afghanistan si riconferma anche quest’anno come il paese con la più elevata produzione di oppio. La coltivazione del papavero è diminuita, ma è stata velocemente sostituita da quella di cannabis, di cui l’Afghanistan resta tuttora il produttore principale. I poveri contadini lamentano il fatto che i loro raccolti sono andati distrutti, tuttavia i signori della droga che detengono posizioni di potere al governo restano tuttora intoccabili. Inoltre, il governo non ha fatto alcuno sforzo per sostituire la coltivazione di droga con altro. Lo stesso Karzai ha liberato decine di grossi trafficanti, imprigionando solo i “pesci piccoli. Recentemente, il fratello di un importante membro del parlamento, Fawzia Koofi, è stato trovato in possesso di droga ma, come previsto, è riuscito a fuggire. Questo grosso affare di miliardi di dollari ha attirato i paesi confinanti nel commercio di droga e costituisce anche una forma di finanziamento per gli stessi talebani. In Afghanistan, almeno un milione di persone sono dipendenti da droghe (inclusi i bambini) e questo ha causato anche la diffusione di HIV.

L’occupazione militare non ha portato altro che disgrazie al nostro popolo e costituisce inoltre un inutile peso finanziario per i paesi occupanti. La democrazia e la libertà devono essere conquistate dal nostro popolo, la cui prima e fondamentale richiesta è la completa indipendenza dall’intervento straniero. La situazione allarmante dell’Afghanistan e della sua gente è una prova inconfutabile che l’occupazione USA non ha aiutato la nostra popolazione, ma ha di fatto peggiorato la situazione riportando al potere i peggiori nemici del nostro paese. Se gli Stati Uniti avessero veramente voluto liberare la nostra gente, avrebbero disarmato questi signori della guerra e avrebbero sostenuto le organizzazioni veramente democratiche per ricostruire il paese e la sua democrazia. I democratici e i pacifisti del mondo dovrebbero rendersi conto della sofferenza del nostro popolo e fare pressione sul proprio governo per porre fine a questa guerra e togliere il sostegno a tutti i fondamentalisti (sia l’Alleanza del Nord che i Talebani) per permettere alla popolazione afghana di decidere del proprio destino.

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