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I MOVIMENTI DEMOCRATICI IN AFGHANISTAN

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Dal discorso tenuto dal dottor Sameer, del Partito Afghano della Solidarietà (Solidarity Party of Afghanistan – Hambastagy) nell’incontro pubblico del 17 ottobre 2011 a Cologno Monzese (MI), in occasione del decennale della guerra in Afghanistan

Cari amici,
mi chiamo Sameer, sono medico chirurgo e sono qui in veste di rappresentante del Partito Afghano della Solidarietà. Il partito di cui faccio parte è stato fondato nel 2004 e ha come obiettivo la liberazione e l’indipendenza dell’Afghanistan e la costruzione di uno Stato fondato sulla giustizia e sulla laicità.

Negli ultimi quartan’anni il popolo afghano ha patito guerre e crimini efferati, di cui sono stati responsabili prima i regimi dittatoriali servi dell’Unione Sovietica, poi il fascismo di fondamentalisti e talebani. Tutti questi potenti non hanno mai dato alla nostra gente libertà, democrazia e indipendenza, ma anzi hanno sacrificato le nostre vite per i loro interessi militari e per le loro connivenze politiche.

All’inizio degli anni Settanta, l’Afghanistan aveva visto la nascita nelle università di alcuni movimenti democratici, che contestavano il governo centrale e il feudalesimo delle campagne e rivendicavano
democrazia e giustizia. Ma la reazione della casta al potere fu violentissima: decine di migliaia di giovani furono uccisi o gettati in prigione.

 

Quando l’Afghanistan fu invaso dall’Unione Sovietica, i movimenti di resistenza ripresero vigore e molti comuni cittadini imbracciarono le armi per difendere il proprio paese dall’invasore. Durante questi anni gli Stati Uniti e le potenze loro alleate sostennero con fiumi di denaro i gruppi fondamentalisti che promettevano di combattere contro i russi: il tramite erano i servizi segreti pakistani (ISI) e i destinatari principali erano il partito islamico di Gulbuddin Hekmatijar, il partito islamico di Rabbani e l’Unione Islamica di Sayyaf. Per questi partiti fondamentalisti, “democrazia” era sinonimo di qualcosa “contrario all’Islam”: per questo, essi combattevano ferocemente contro tutti gli elementi democratici e progressisti e in questa loro guerra gli USA li sostennero. Infatti, recentemente, Cheryl Bernard, moglie dell’ambasciatore americano in Afghanistan Zalmay Khalilzad e autrice per la RAND corporation, ha ammesso: “Lasciammo che i fondamentalisti uccidessero tutti i leader moderati; la ragione per cui oggi non abbiamo leader moderati in Afghanistan è che abbiamo lasciato che li uccidessero tutti, negli anni Ottanta e anche dopo”. In questo modo gli USA e i loro alleati fecero dunque reprimere le forze democratiche presenti in Afghanistan, che erano un intralcio ai propri interessi.

Oggi l’Afghanistan è un paese non solo occupato dagli Stati Uniti e dalla NATO, ma anche minacciato dai paesi confinanti – sopratutto Iran e Pakistan – che stanno lavorando per accrescere la loro influenza economica, politica e culturale nell’area. Il brutale regime iraniano nutre e addestra milizie fondamentaliste e bande criminali; dà armi e denaro ai talebani; e porta avanti una insidiosa offensiva culturale attraverso intellettuali venduti.

La guerra degli USA e della NATO contro i talebani nel nostro paese serve solo a gettare polvere negli occhi del mondo. Ci sono testimoni che affermano di avere visto, in molte province afghane, gli stessi militari USA dare armi e denaro a gruppi talebani locali e non, allo scopo di creare insabilità e disordine. 

Gli Stati Uniti sostengono in Afghanistan un governo che è in mano a mafiosi e a signori della guerra sanguinari e mirano a peggiorare ulteriormente la situazione, creando le circostanze per giustificare l’istituzione di basi militari permanenti nel paese.

Inoltre, gli americani hanno gettato semi di discordia tra le diverse etnie, in modo da infiammare le divisioni tribali, linguistiche ed etniche come non era mai accaduto in passato: tutto ciò perché hanno constatato che è più facile rendere schiava una nazione divisa.

Le forze militari statunitensi e NATO non hanno minimamente a cuore il benessere della nostra gente,  tra la quale, anzi, hanno fatto numerose vittime innocenti, specialmente donne e bambini, durante spietate operazioni di guerra condotte con massicci bombardamenti e uso di armi di distruzione di massa.

L’Afghanistan è diventato uno dei maggiori produttori di droghe al mondo; è il paese più corrotto e tra i più poveri (l’80 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà) e ha la più alta percentuale di disoccupazione. La condizione delle donne non è cambiata molto: nascere donna è ancora trovarsi a vivere una vita d’inferno.

Le stesse forze internazionali hanno avuto un ruolo nel trasformare l’Afghanistan in uno Stato di mafia e di corruzione. Nonostante l’afflusso di decine di miliardi di dollari, la tanto vantata “ricostruzione” non si vede da nessuna parte e la vita della nostra gente non è cambiata. Ci sono solo pochi progetti di sviluppo, mediocri, temporanei e a breve termine, mentre non sono state costruite strutture fondamentali e permanenti.

Attraverso il completo controllo delle arterie economiche vitali del paese, gli USA stanno facendo arrivare alla nostra gente anche spazzatura culturale. L’America sta minano l’identità nazionale e l’orgoglio dei giovani e toglie linfa ai movimenti di resistenza incoraggiando un atteggiamento remissivo e l’immoralità culturale: a questo fine, usa dollari, posti di lavoro nelle ONG, borse di studio e l’offerta di posizioni di potere.

Nonostante tutto questo, oggi ci sono partiti, organizzazioni e individui democratici: anche se il più delle volte non possono lavorare alla luce del sole. Per questo chiedo a tutti voi che amate la pace e la giustizia – individui, organizzazioni, partiti e movimenti democratici – di unire la vostre mani con quelle delle forze democratiche e progressiste dell’Afghanistan, che hanno bisogno della vostra solidarietà e del vostro sostegno.

Grazie
Dr. Sameer, del Partito Afghano della Solidarietà- Solidarity Party of Afghanistan

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