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Decine di bambini uccisi e storpiati da esplosivi, NATO in Afghanistan / Scores of children killed, crippled by explosives left by US, NATO in Afghanistan

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Il Bene Comune – 15 aprile 2014 – Traduzione a cura di Christian Puntillo

Dopo tredici anni di guerra l’esercito americano e gli alleati lasceranno migliaia di chilometri quadrati di granate inesplose e altri ordigni, sparsi per tutto l’Afghanistan. Da quanto ha scoperto l’ONU negli ultimi anni, la maggior parte delle vittime da ordigni inesplosi sono stati i bambini. Dal 2001 gli Stati Uniti e le forze della NATO hanno usato esplosivi ad alto potenziale in Afghanistan in 240 siti.
Stando a quanto dice il Washinton Post, uno dei siti maggiori, ad esempio, è grande circa 300 km², due volte Washinton, DC.

Gli Stati Uniti si occuperanno della pulizia di settantatré di questi siti, un’area superiore ai 2000 km², hanno comunicato i funzionari degli Stati Uniti al Post. Questa procedura costerà cica 250 milioni di dollari. I funzionari americani dicono che ogni zona ha migliaia di ordigni inesplosi. La metà delle zone interessate sarà ceduta all’esercito afgano e quaranta di esse appartengono alle forze di coalizione internazionale, i cui paesi dovranno occuparsi della pulizia.

Nel frattempo le vittime di queste munizioni, anonime e sparse casualmente, probabilmente aumenteranno, dal momento che gli Stati Uniti hanno rastrellato solo il 3% del loro dominio in Afghanistan, hanno detto i funzionari. Dal 2012 il Mine Action Coordination Center of Afghanistan delle Nazioni Unite ha registrato settanta vittime intorno ai poligoni di tiro o alla basi di USA e NATO, e il ritmo delle esplosioni è in aumento.
Di queste vittime l’88% erano bambini. Le vittime spesso stavano portando gli animali al pascolo o raccogliendo legna o rottami di metallo. Eppure il Post ha riferito di aver scoperto quattordici vittime non incluse nei ritrovamenti delle nazioni unite, evidenziando quanto sia difficile monitorare questi incidenti e quanto spesso si verificheranno quando la maggior parte delle truppe straniere partirà a fine anno.

“Siamo preoccupati che il problema sia sorto proprio nel momento in cui l’ISAF (International Security Assistance Force) sta lasciando il paese,” ha detto Abigail Hartley direttore del Mine Center delle Nazioni Unite.

“Sarebbe stato molto meglio affrontarlo durante gli ultimi otto anni.” Anche se il congresso approva un finanziamento per trovare e rimuovere gli ordigni, il compito sarà estremamente complicato senza la presenza delle truppe. Gli Stati Uniti hanno già chiuso la metà delle loro 880 basi e strutture in tutto il paese. “Ci sono meno persone per identificare i siti” ha raccontato al Post un anonimo funzionario americano. “E poi se si decide di voler fare la cosa giusta e di farli andare via da lì, come si fa a farlo? Chi li protegge?”

Negli ultimi mesi una squadra militare americana è stata incaricata di scoprire quali zone contenessero il maggior numero di ordigni e quali avessero causato il maggior numero di vittime. Tuttavia, gli alti funzionari statunitensi hanno detto poco sulla questione. “Ci vorrà tempo e denaro per completare questa impresa ma è critico per la sicurezza del popolo afgano, ed è la cosa giusta da fare,” ha detto Edward Thomas, portavoce del generale Martin Dempsey, presidente del Joint Chiefs of staff.

Lo scorso anno trentaduemila ordigni inesplosi sono stati rimossi da una zona di 155 km², unico punto ripulito dagli Stati Uniti fino ad ora. “Sfortunatamente il pensiero è stato: ‘Siamo in guerra e non abbiamo tempo per questo,’ ha detto il maggiore Michael Fuller capo del Mine Action Center dell’esercito americano a Bagram Airfield. I funzionari americani hanno sottolineato al post che dal momento che l’Afghanistan non è firmataria della Convention on Certain Conventional Weapons delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti non sono legalmente obbligati ad occuparsi degli ordigni mortali che si lasceranno dietro. Oltre agli esplosivi di Stati Uniti e ISAF, sparsi per il paese ci sono venti milioni di ordigni lasciati dall’Unione Sovietica durante la sua guerra decennale e durante l’occupazione dell’Afghanistan negli anni ’80. “Probabilmente non saremo mai in grado di trovare [munizioni], perché solo dio sa dove sono sotterrate,” ha detto un ufficiale americano al Post.

Tuttavia gli afgani dovranno convivere con le guerre del passato per il prossimo futuro. Un rapporto della United Nations Assistance Mission for Afghanistan ha scoperto che il 2013 è stato l’anno peggiore per donne e bambini. Lo scorso anno 561 bambini sono stati uccisi e 1195 sono stati feriti. Molti sono morti a causa di bombe o di fuoco incrociato durante scontri armati. Anche gli attacchi dei droni americani sono causa di un numero crescente di vittime.

Lo scorso mese due ragazzi afgani Mohammed Yusef e Sayed Jawad si sono diretti in un poligono di tiro nei pressi della loro casa, utilizzato dalle truppe americane e polacche. Dal momento che il fuoco nell’area era cessato dopo la partenza delle forze straniere, la coppia ne ha approfittato per cercare rottami metallici. Sayed Sadeq, padre di Jawad, ha detto di aver sentito un’esplosione e di essersi precipitato al campo dove ha trovato il torso di suo figlio devastato. Entrambi i ragazzi erano morti.

“La parte destra del suo corpo era completamente lacerata, potevo vedere il suo cuore, e mancavano le gambe,” ha raccontato il padre. Probabilmente uno dei ragazzi aveva calpestato una granata da 40mm, in grado di uccidere chiunque nel raggio di cinque metri. “Se gli americani credono nei diritti umani, come possono lasciare che tutto questo avvenga?” queste la parole di Sadeq riportate dal Post.

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