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L’Italia non è un paese per i Difensori dei diritti umani

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Large Movements, 6 agosto 2024

Il rapporto sullo stato di diritto della Commissione UE evidenzia il restringimento dello spazio civico: continuano gli abusi e le violenze contro attiviste e attivisti.

CISDA è tra le realtà firmatarie del documento che chiede di contrastare le narrazioni che dipingono i difensori dei diritti umani e i loro movimenti come criminali e di promuovere la tutela delle loro libertà di espressione, riunione pacifica ed associazione astenendosi da qualsiasi forma di stigmatizzazione, delegittimazione, denigrazione o criminalizzazione.  

Il 9 luglio, a seguito di una mobilitazione di Extinction Rebellion Bologna, un’ attivista è stata costretta a togliersi le scarpe, i vestiti e la biancheria intima per poi piegarsi sotto gli occhi dell’agente che la stava perquisendo in questura. Un nuovo episodio di violenza che ricorda i fatti del G8 di Genova, le cui violenze sono state qualificate dalla Cassazione e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo come tortura.

L’ennesimo episodio dopo i fatti di Pisa del 23 febbraio 2024 dove la polizia, munita di manganello, ha pestato gli studenti che si sono mobilitati per la Palestina. E ancora, dopo gli eventi di Roma del 22 dicembre 2023 in cui si sono verificati gravi cariche scontri contro gli studenti che manifestavano a causa del silenzio delle istituzioni sulle problematiche degli studenti. Trattamenti degradanti, abusi e violenze volti a reprimere difensori dei diritti umani che si mobilitano affinché i governi ascoltino le istanze della società civile e agiscano contro guerre, crisi umanitarie, problemi sociali e la crisi eco-climatica.

Lo scorso 24 luglio anche la Commissione europea, attraverso la pubblicazione del rapporto annuale sullo stato di dirittoha evidenziato le criticità che riguardano lo spazio civico in Italia, ponendo l’accento sui casi di  aggressività verbale nei confronti di organizzazioni impegnate in attività umanitarie e dei casi di violenza segnalati e perpetrati contro chi partecipa a manifestazioni per esprimere il proprio dissenso verso le linee politiche del governo. Come si legge nel rapporto, queste violenze sono spesso perpetrate da polizia nonché da alcuni media ed esponenti politici.

In altre parole, l’Italia non è un Paese per i difensori dei diritti umani: non è un sistema democratico in grado di accogliere le istanze del dissenso e di includerle all’interno di un dibattito politico costruttivo e propositivo.

Difensori dei diritti umani e non vandali, terroristi o criminali

Si tratta di persone che, individualmente o con altri, agiscono per promuovere e/o proteggere i diritti umani in modo pacifico e non violento sui diversi problemi relativi ai diritti sociali e civili fondamentali come il diritto alla vita, a un alloggio adeguato, alla libertà di movimento, alla non discriminazione e ad un ambiente pulito, sano e sostenibile libero dai rischi dei cambiamenti climatici.

Si tratta di persone che continuano a lottare nonostante nel Paese non si registrano progressi nell’adozione di norme sulla disciplina dell’attività delle lobby e la rappresentanza dei loro interessi nell’elaborazione delle politiche pubbliche e dove non vengono previsti adeguati meccanismi di coinvolgimento della popolazione.

In un Paese dove suscita molteplici preoccupazioni il deterioramento delle condizioni di lavoro dei giornalisti – soggetti spesso a diverse forme di intimidazione – e della crisi generale che sta investendo il settore dei media in Italia, la quale di fatto rende difficile creare un’opinione pubblica informata in modo libero ed indipendente.

In un Paese dove manca un’istituzione nazionale che garantisca una tutela completa, efficace ed indipendente dei diritti umani.

In questo tipo di Paese è sempre più che mai necessario tutelare le diverse espressioni della società civile.

Le realtà firmatarie di questo documento si uniscono per chiedere di contrastare le narrazioni che dipingono i difensori dei diritti umani ed i loro movimenti come criminali e promuovere la tutela delle loro libertà di espressione, riunione pacifica ed associazione astenendosi da qualsiasi forma di stigmatizzazione, delegittimazione, denigrazione o criminalizzazione verso gli stessi.

L’uso ricorrente di pratiche di disobbedienza civile non deve costituire il pretesto per limitare lo spazio civico e l’esercizio delle libertà fondamentali.

Cosa si intende per “difensori dei diritti umani”?

Difensore dei diritti umani (in inglese “Human Rights Defender”) è un termine, riconosciuto nella risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni unite A/RES/53/144, che descrive le persone che agiscono in difesa dei diritti umani in modo pacifico. I difensori dei diritti umani, attraverso differenti tipologie di azioni (ad esempio indagando, raccogliendo informazioni o attraverso attività di denuncia), operano per la promozione, la tutela e la realizzazione dei diritti civili e politici, dei diritti economici, sociali e culturali, nonché dei diritti riconosciuti dalle convenzioni internazionali. Per questo  motivo si tratta di persone che manifestano bisogni sociali che lo stato non dovrebbe reprimere istituzionalmente.

 

Per informazioni e adesioni al documento si prega di contattare la mail vicepresidente[@]largemovements.it

Le realtà firmatarie

Large Movements APS

Ci sarà un bel clima

C.I.S.D.A. – Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane

Civil Words APS

Diritto Diretto

Greenpeace – Gruppo Locale Bologna

Rete Legalità per il clima

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