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ex bimba rifugiata diventa un’eroina per centinaia di orfani

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By Asieh Namdar,  CNN
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(CNN) – L’Afghanistan è stato definito il paese peggiore dove essere un bambino. Secondo UNICEF, uno su cinque muore prima dei 5 anni. Più di 600.000 bambini dormono sulle strade. Più di 2 milioni sono orfani. Ma c’è una donna che prova a migliorare le vite degli orfani afghani e a cambiare le tristi statistiche.
Andeisha Farid, 28, ha fondato a Kabul la Afghan Child Education and Care Organization nel 2008 in modo da costruire orfanotrofi che fossero un luogo sicuro, dove imparare e crearsi un futuro. Da Kabul, Farid ha raccontato a CNN la sua terribile infanzia e il suo insegnare ai bambini come vivere in tolleranza e sicurezza in Afghanistan.

CNN: Come hai pensato di iniziare con un orfanotrofio? Che cosa ti ha ispirato?
Farid: Sono cresciuta nei campi profughi in Iran e Pakistan. Ho visto miseria e sofferenza, povertà estrema, guerra e fame. So cosa vuol dire non avere nulla. L’idea di costruire un orfanotrofio mi è venuta dopo, quando ero all’università in Pakistan. Ho visto bimbi di strada elemosinare del cibo e mi ha spezzato il cuore.
Ho iniziato con 20 bambini in una casa sicura a Islamabad con un fantastico team di marito e moglie che si prendeva cura di loro. L’obiettivo fondamentale era anche far sì che andassero a scuola. Quando li ho visti fiorire stando in una casa sicura e andando a scuola, ho pensato che avrei dovuto fare di più che dargli solo cibo e rifugio. Volevo trasmettergli un senso di sicurezza, attraverso l’istruzione e magari l’indipendenza. Ero sicura che se li avessimo cresciuti ed istruiti in modo appropriato, se gli avessi offerto la possibilità di essere un dottore, un ingegnere o un futuro leader, loro avrebbero potuto restituire le stesse possibilità all’Afghanistan. Questo è quello di cui noi abbiamo disperatamente bisogno.
CNN: Parliamo della tua infanzia. E’ evidente che ha avuto un grosso impatto su di te, i tuoi sogni e obiettivi futuri.
Farid: Sono nata in Afghanistan nel 1983. Il giorno in cui sono nata, il mio villaggio è stato raso al suolo dagli attacchi aerei dei Sovietici. Siamo fuggiti in Iran, in uno sperduto campo profughi.  Il villaggio più vicino era a tre ore di distanza. Non c’era nulla. Le persone nel campo non avevano accesso a un ospedale, a una scuola o ad acqua potabile. Ci si sentiva perduti e disperati. Ho visto una donna incinta morire durante il travaglio e bambini morire di diarrea, cose che si sarebbero facilmente evitate con un accesso a un ospedale. Siamo vissuti in quel campo per qualche anno, prima che la mia famiglia decidesse di tornare in Afghanistan nel 1992. La traversata di ritorno in macchina si rivelò un viaggio tragico. La polizia di confine iraniana sparò sulla nostra auto. Il mio fratellino di 12 anni fu colpito e ucciso. Mio padre e la mia sorellina di tre anni furono feriti. Perdere mio fratello fu devastante.
Quando tornammo al nostro villaggio in Afghanistan non c’era rimasto nulla. Tutte era stato distrutto. Solo poche famiglie vivevano li, circondate dalle mine. Il paese era devastato dalla guerra civile. Le donne non erano al sicuro; molte venivano rapite e fatte vittime di stupri di gruppo. Anche i bambini erano un obiettivo vulnerabile. Erano vittime di traffici, abusi e schiavitù
CNN: Alcuni di questi bambini hanno visto o subito cose terribili. Alcuni hanno perso uno o entrambi i genitori…e possono provare rabbia e amarezza per il loro passato. Come riesci a fare in modo che l’estremismo non diventi un’opzione invitante? Cosa dici a questi bambini, che hanno subito tanto, per dargli speranza?
Farid: Penso che la chiave sia l’istruzione. Istruzione equa per ragazzi e ragazze. I giovani ragazzi sono reclutati dai Taliban a causa di povertà e mancanza di istruzione. Noi crediamo nelle libertà di base di ogni essere umano. Non spingiamo o forziamo nessun bambino a pregare o meno, digiunare o non digiunare. Libertà individuale e tolleranza sono cruciali. Il nostro motto è rispetto per gli altri senza distinzione di sesso, lingua, religione, razza o colore.
Accogliamo bambini di tutti i gruppi etnici dell’Afghanistan. Vivono tutti insieme. Capiscono che tutti sono uguali. Vogliamo che i nostri ragazzi e ragazze crescano in un ambiente sicuro e vogliamo essere sicuri che niente sia imposto a questi bambini. Quando arrivano da noi, molti di loro sono davvero pronti a seppellire il loro passato e andare oltre.
CNN: Come hai finanziato la tua idea e fatto del sogno una realtà?
Farid: Abbiamo iniziato affiancandoci a un gruppo no-profit, Charity Help International. L’idea era di sostenere ogni bambino attraverso diverse sponsorizzazioni. Oggi abbiamo circa 650 bambini e 11 orfanotrofi in Afghanistan e Pakistan. Speriamo che ogni bambino venga sponsorizzato da generose donazioni da tutto il mondo. Alcuni bambini non hanno ancora sponsor. Alcuni dei nostri volontari più appassionati ci hanno anche aiutati con lezioni di musica e una biblioteca.
CNN: Cosa ci dici dei problemi di sicurezza?
Farid: Ci sono sempre preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei nostri bambini e del nostro staff quando si lavora in Afghanistan. Abbiamo delle guardie che scortano i bambini a scuola. Le bambine sono portate avanti e indietro in un minibus. Viviamo in un paese e una società dominati dagli uomini, quindi quando promuoviamo la parità dei sessi e diamo alle ragazze la possibilità di diventare musiciste o leader nelle comunità, si crea resistenza. Molte delle nostre ragazze parlano orgogliosamente della parità tra i sessi.  Vogliono fermare la corruzione nel governo. Queste giovani ragazze vogliono diventare figure politiche, attiviste sociali e giornaliste. Per le donne, questo non è culturalmente e socialmente accettato.
CNN: come è cambiato la tua vita attraverso la gestione degli orfanotrofi?
Farid: Prima di tutto, ho capito quanto sono stata fortunata ad aver ricevuto un’istruzione, nonostante tutto quello che ho passato. Mi da speranza. Sapevo che avevo due possibilità di fronte a me: una era starmene seduta nell’angolo di una stanza, obbedire a mio marito e fare tanti figli. L’altra era dedicare la mia vita ad aiutare i bambini dell’Afghanistan ad avere lo stesso livello di istruzione che avevo ricevuto io. Quando vedo come questi bimbi cambiano le loro vite, mi rende orgogliosa e felice. La mia vita è diventata più dolce e ricca grazie questo programma. All’età di 28 anni ho tanti capelli bianchi, ma questo è ciò che ho voluto fare per l’Afghanistan. Certo, so che è una goccia nell’oceano. Ci sono ancora molto bambini che hanno bisogno d’aiuto.

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