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Continuano gli usi e le dannose pratiche tradizionali contro donne e ragazze

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Da: UN NEWS CENTER

09 12 2010afghan1Georgette Gagnon, direttrice dei Diritti Umani di UNAMA, ad una conferenza a Kabul.

“Continuano a dilagare in Afghanistan abitudini e tradizioni pericolose che violano i diritti delle donne, inclusi delitti d’onore, spose bambine e ragazze ‘regalate’ come riconciliazione di dispute”, dichiara un report delle Nazioni Unite emesso in data odierna, che chiede al governo di applicare una nuova legge che ponga fine a questo flagello.

Sulla base di ricerche e interviste effettuate in quasi tutte le 34 province afghane a donne, uomini, autorità governative, capi religiosi e comunità, l’Unità per i Diritti Umani della Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) ha riscontrato che queste pratiche avvengono all’interno di tutti i gruppi etnici, sia nelle aree urbane che in quelle rurali, e che le più dannose violano non solo la legge afghana, ma anche la legge islamica della Sharia.

“Fino a quando le donne e le ragazze saranno sottoposte a pratiche che le danneggiano e le degradano e che negano i loro diritti umani, ci sarà ben poco progresso per i diritti delle donne in Afghanistan”,  ha affermato la direttrice dei Diritti Umani di UNAMA Georgette Gagnon durante una conferenza a Kabul, la capitale, chiedendo ai capi religiosi di agire per eliminare queste pratiche.

Il report di 56 pagine intitolato “Pericolose pratiche tradizionali e applicazione della legge sull’eliminazione della violenza contro le donne in Afghanistan” dichiara che milioni di donne e ragazze afghane sono sottoposte a sofferenze, umiliazioni ed emarginazione a causa delle visioni discriminatorie sul ruolo e la posizione delle donne, e sottolinea che i capi religiosi e gli anziani delle comunità hanno un ruolo fondamentale per la continuazione o la conclusione di questa oppressione.

Molti uomini e donne intervistati pensano che l’unico modo per porre fine a queste pratiche devastanti sia dare ai capi religiosi un’educazione appropriata in merito ai diritti delle donne, poiché la loro voce è molto influente e può convincere le comunità locali che queste pratiche non solo danneggiano e degradano le donne, ma in molti casi non sono nemmeno conformi alla legge islamica.

Inoltre, queste pratiche sono radicate nell’incapacità del governo di proteggere i diritti delle donne, aggiunge il report, e richiede una veloce applicazione della legge del 2009 sull’eliminazione della violenza contro le donne (EVAW), che criminalizza pratiche come l’acquisto e la vendita di donne per matrimoni e l’offerta di ragazze quale soluzione a dispute e litigi.

Questa legge criminalizza anche i matrimoni forzati e di bambine, l’isolamento forzato, l’obbligare le donne ad auto-immolarsi e il negare loro il diritto all’educazione, al lavoro, ai servizi medici e sanitari, e contiene misure preventive per la sua applicazione da parte di sette ministeri governativi.

“Ora c’è la necessità urgente di assicurare la completa applicazione della Legge EVAW”, afferma Georgette Gagnon. “Il sistema giudiziario e la polizia afghana necessitano di ulteriore supporto e supervisione da parte delle autorità nazionali su come applicare correttamente questa legge”.

Inoltre, UNAMA ha riscontrato che alcune autorità afghane responsabili dell’applicazione delle leggi non sanno nemmeno dell’esistenza della legge EVAW, mentre molte altre sono incapaci o non disponibili ad applicarla, motivo principale per cui tali pratiche persistono. Molti afghani intervistati hanno affermato che sia la polizia che il sistema giudiziario spesso non applicano le leggi che sostengono i diritti delle donne, ma al contrario perseguono donne accusate di aver trasgredito a regole e norme sociali, evitando di agire quando vengono invece riportati loro casi di violenza o di matrimoni di bambine, affermando che si tratta di “affari privati”.

Questo si evidenzia dal grande numero di donne imprigionate per “crimini morali”. Infatti, quando le circostanze sociali e culturali non permettono alle donne e alle ragazze di opporsi a queste pratiche assurde o di fuggire alla violenza, a volte esse scappano da casa.

Nonostante la fuga non sia considerata un crimine, le autorità preposte all’applicazione delle leggi spesso arrestano, imprigionano o perseguono le donne fuggite, accusandole di essere intenzionate a commettere “zina” (rapporti sessuali al di fuori del matrimonio).

Il report sottolinea che le conseguenze delle spose bambine sono già state ampiamente dimostrate, poiché danneggiano la salute, l’educazione e il benessere delle ragazze. L’Afghanistan detiene il primato mondiale di mortalità materna e molte di queste morti avvengono fra ragazze sposate prima dei 16 anni. Una delle conseguenze più tragiche di queste pratiche devastanti è l’auto-immolazione: spesso il darsi fuoco è un grido d’aiuto o l’unica fuga dalla violenza.

Questo report chiede al governo e al presidente Karzai di applicare appieno la legge EVAW e di emettere immediatamente un decreto che liberi le ragazze e le donne imprigionate perché fuggite da casa. La Corte deve applicare subito la legge EVAW e la polizia deve immediatamente investigare e perseguire chi continua con queste pratiche pericolose.

Inoltre, i capi religiosi, insieme ai ministeri degli affari religiosi e degli affari femminili, devono sviluppare programmi di training e presa di coscienza per mullah, imam e insegnanti religiosi  in merito ai diritti delle donne, alla violenza contro le donne e alla legge EVAW, in modo che possano condannare queste pratiche, incompatibili anche con gli insegnamenti islamici.

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