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Madrase femminili anzichè scuole

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Crescono le preoccupazioni e le denunce degli attivisti e delle organizzazioni per i diritti umani nei confronti delle Organizzazioni internazionali accusate di accettare in Afghanistan la sostituzione di scuole moderne e laiche con madrase femminili. L’Unicef, ad esempio, distribuisce aiuti alle scuole religiose talebane nella provincia di Logarn. Ciò solleva timori di un allineamento delle Nazioni Unite con i talebani.

Nel percorso di normalizzazione del governo talebano che il mondo occidentale sta cercando di percorrere, l’accettazione dell’assolvimento del diritto alla scolarizzazione delle ragazze con la loro frequenza nelle madrase, cioè scuole religiose istituite sotto il controllo dei Talebani e con un programma jadista, è un escamotage per far credere che il diritto delle ragazze all’istruzione e alla frequenza scolastica sia rispettato e quindi giustificare il processo di avvicinamento e riconoscimento del governo talebano fondamentalista

Amin Kawa, Hasht-E Subt, 26 dicembre 2023

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La mossa dei Talebani di sostituire le scuole femminili con istituzioni religiose ha suscitato ampie reazioni sia a livello nazionale che internazionale. La Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) afferma che ci sono numerose prove della frequenza di ragazze di tutte le età nelle scuole religiose dei Talebani. L’Osservatorio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha condannato questa azione dei Talebani, ritenendola inaccettabile. I Talebani hanno reagito: il capo facente funzioni del Ministero dell’Istruzione superiore ha dichiarato che la comunità globale non dovrebbe opporsi alle direttive dei Talebani sul velo e la lapidazione, sottolineando che i loro studiosi religiosi resistono attivamente a queste obiezioni.

Mentre il Capo di Stato Maggiore talebano ha dichiarato che negli ultimi 20 anni gli Stati Uniti hanno mirato a sradicare le scuole religiose, attivisti politici e per i diritti umani hanno bollato come pericolosa la sostituzione delle scuole femminili con scuole religiose talebane, sottolineando il rischio di alimentare l’estremismo e il fondamentalismo, e affermato che le Nazioni Unite si sono allontanate dai loro principi collaborando con i Talebani.

 

I talebani mantengono le loro posizioni

In merito alle diffuse reazioni nazionali e internazionali sulla sostituzione delle scuole femminili con scuole religiose, Neda Mohammad Nadeem, funzionario del Ministero dell’Istruzione Superiore dei Talebani vicino al leader supremo e strenuo oppositore dell’istruzione femminile nel Paese, in una cerimonia di consegna dei diplomi in una scuola religiosa di Kabul, ha affermato che i Paesi stranieri, con il pretesto delle critiche, mirano a dare al mondo un’immagine negativa dell’Afghanistan e ha messo in guardia i membri talebani avvertendoli che i Paesi stranieri intendono sequestrare tutto ciò che egli definisce come attuazione delle “pene islamiche” con il pretesto della “violazione dei diritti umani”. Ha dichiarato: “A volte protestano contro l’hijab, a volte contro la lapidazione e a volte contro l’espressione dei simboli islamici. Gli onorevoli studiosi devono capire che voi [studenti delle scuole religiose] dovete affrontare molte sfide malvagie, fuorvianti e irreligiose”.

Secondo l’Associated Press (AP), in Afghanistan ci sono circa 20.000 scuole religiose, 13.500 delle quali operano sotto il controllo del Ministero dell’Istruzione talebano.

Citando Mansoor Ahmad, portavoce del Ministero dell’Istruzione talebano, i media hanno riferito che non ci sono restrizioni di età per le ragazze nelle scuole religiose del gruppo, l’unica condizione è che frequentino classi adatte alla loro età, e che nelle madrase private le donne possono partecipare a qualsiasi corso.

Ciò avviene dopo che Roza Otunbayeva, capo dell’UNAMA, ha dichiarato in una sessione del Consiglio di sicurezza che l’organizzazione ha ricevuto “abbondanti prove” che indicano che le ragazze possono studiare nelle scuole religiose controllate dai talebani “sempre più ” e “a qualsiasi età”, specificando che l’UNAMA non è stata in grado di ottenere informazioni sui programmi di studio e su quali materie vi si insegnino dato che non è riuscita ad accedere al materiale didattico. Ha inoltre affermato che sono 10 milioni i bambini impegnati nell’apprendimento degli insegnamenti religiosi nelle scuole religiose.

Le reazioni internazionali

Queste dichiarazioni del capo dell’UNAMA hanno suscitato forti reazioni in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Alcuni politici e attivisti per i diritti umani hanno accusato le Nazioni Unite di essersi allineate con i Talebani e di essersi allontanate dai principi dell’organizzazione. Secondo loro, promuovere la sostituzione delle scuole moderne con scuole religiose talebane favorisce l’estremismo e il fondamentalismo, con conseguenze distruttive per l’Afghanistan.

Abdullah Khenjani, ex viceministro di Stato per la Pace del precedente governo afghano, considera la sostituzione delle scuole con madrase religiose una mossa strategica dei talebani volta a trasferire il radicalismo jihadista dalla “Cintura Pashtun” al nord e all’ovest dell’Afghanistan, vicino all’Asia centrale e all’Iran. Ha dichiarato: “Sembra che le Nazioni Unite stiano agendo da facilitatori e catalizzatori in questo complesso gioco geopolitico: i Talebani, con il pretesto degli aiuti umanitari, sfruttano l’opportunità di creare scuole jihadiste per promuovere i loro obiettivi”.
Khenjani afferma che il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) svolge un ruolo nel finanziamento delle strutture jihadiste dei talebani. Secondo lui, nonostante le preoccupazioni del Consiglio di Sicurezza, il capo dell’UNAMA a Kabul sostiene le scuole jihadiste dei talebani e apprezza la partecipazione delle studentesse. E sottolinea come queste tattiche possono imporre conseguenze distruttive al popolo afghano per decenni.

Per parte sua, Samira Hamidi, capo della sezione Afghanistan di Amnesty International, ha risposto alle recenti dichiarazioni del capo dell’UNAMA al Consiglio di sicurezza. Lei scrive che, come Amina Mohammed, vicesegretaria generale delle Nazioni Unite, il capo dell’UNAMA deve delle scuse al popolo afghano per aver pensato alle scuole talebane. Ha aggiunto che le scuole religiose dei talebani aprono strade alla radicalizzazione e che favorire queste scuole rispetto alle normali istituzioni educative non è un sostituto adeguato per nessuno. Secondo lei, tali affermazioni possono essere fuorvianti, sia involontariamente che per ignoranza. Sottolinea che il capo dell’UNAMA non affronta le violazioni dei diritti umani da parte dei talebani, compreso il divieto dell’istruzione femminile, la bassa qualità dell’istruzione e l’approccio dei talebani nel produrre una generazione di analfabeti.

Anche Nilofar Ayoubi, attivista per i diritti umani, ha dichiarato che quei commenti, presentate come disinformazione in forum significativi come il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite senza una comprensione del contesto scolastico, indicano che le Nazioni Unite stanno violando i loro principi di imparzialità. Facendo riferimento alla distribuzione di aiuti da parte dell’UNICEF alle scuole religiose talebane nella provincia di Logar, sottolinea che la sostituzione delle scuole religiose con l’istruzione moderna in Afghanistan solleva preoccupazioni circa l’allineamento delle Nazioni Unite con i talebani.

Anche Heather Barr, direttrice della Divisione Diritti delle Donne di Human Rights Watch, ha dichiarato che l’azione dei Talebani di sostituire le normali scuole femminili e maschili con quelle religiose è “completamente inaccettabile”.

Queste preoccupazioni sorgono dopo che il quotidiano Hasht-e Subh aveva riferito sul “Comitato per la revisione del curriculum delle scuole moderne” istituito dai Talebani, mostrando come questo gruppo sta rimodellando il curriculum educativo concentrandosi su “sangue e odio”.

In questa “revisione”, i Talebani, oltre a rimuovere alcune materie dal curriculum educativo, hanno eliminato le immagini degli viventi, promosso la jihad, giustificato spargimenti di sangue e distruzioni, vietato le discussioni sulla democrazia e sui diritti umani, contrastato l’istruzione e la libertà delle donne e proposto altre misure per allineare il contenuto dei libri di testo all’ideologia del gruppo. Il programma di studi talebano enfatizza l’antisciismo e considera satanica la lettura delle Nazioni Unite.

 

 

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