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Le esecuzioni sono una violazione del diritto alla vita

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“Amnesty International ribadisce che le autorità de facto talebane devono immediatamente fermare tutte le esecuzioni e abolire la pena di morte e altre punizioni crudeli, inumane o degradanti”

Amnesty International, Rawa, 19 aprile 2024

no to death penalty

In risposta alla doppia esecuzione pubblica effettuata ieri [22 febbraio] dai talebani, Livia Saccardi, vicedirettrice regionale ad interim di Amnesty International per l’Asia meridionale, ha dichiarato:

“Ci opponiamo a tutte le esecuzioni in quanto violazione del diritto alla vita. I talebani le hanno ripetutamente eseguite pubblicamente, il che costituisce un grave affronto alla dignità umana e una violazione delle leggi e degli standard internazionali e non può essere tollerato”.

“Amnesty International ribadisce che le autorità de-facto talebane devono immediatamente fermare tutte le esecuzioni e abolire la pena di morte e altre punizioni crudeli, inumane o degradanti. Le esecuzioni in pubblico aumentano la crudeltà intrinseca della pena di morte e possono solo avere un effetto disumanizzante sulla vittima e un effetto brutale su coloro che assistono alle esecuzioni. Nel frattempo, la protezione del diritto a un processo equo sotto l’autorità de facto dei Talebani rimane una forte preoccupazione.

 

Ci opponiamo a tutte le esecuzioni come violazione del diritto alla vita

Livia Saccardi, vicedirettrice regionale di Amnesty International per l’Asia meridionale:

“È giunto il momento che la comunità internazionale e le Nazioni Unite aumentino la pressione sulle palesi violazioni dei diritti umani da parte dei talebani e contribuiscano a garantire il rispetto delle garanzie internazionali in Afghanistan”.

Il contesto:

Il 22 febbraio i Talebani hanno eseguito una doppia esecuzione pubblica in uno stadio della città di Ghazni, nel sud-est dell’Afghanistan: migliaia di persone assistevano alla uccisione di due condannati per mano dei parenti delle vittime che sparavano il colpo di pistola.

I due giustiziati sono stati identificati come Syed Jamal della provincia centrale di Wardak e Gul Khan di Ghazni. Erano presumibilmente responsabili dell’accoltellamento a morte di due persone in attacchi separati. Il Dipartimento della cultura e dell’informazione della provincia di Ghazni ha dichiarato che la decisione è stata presa sulla base del decreto del leader talebano Haibatullah Akhundzada e delle sentenze di tre tribunali.

Amnesty International ha già condannato la ripresa delle esecuzioni pubbliche in Afghanistan dopo la presa del potere da parte dei Talebani. Lo scorso anno, nel suo rapporto annuale sulla pena di morte, ha documentato il più alto numero di esecuzioni giudiziarie registrato a livello globale dal 2017. Ad oggi, 112 Paesi hanno abolito completamente la pena di morte e più di due terzi sono abolizionisti per legge o per prassi. L’organizzazione si batte per la completa abolizione della pena di morte dal 1977.

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