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Come l’Afghanistan è diventato il paradiso delle organizzazioni terroristiche

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IARI Istituto Analisi Relazioni Internazionali, 19 settembre 2024 di Emiliano Di Loreto

A tre anni dal ritiro delle truppe NATO in Afghanistan, il Paese sembra essere diventato un importante punto di appoggio per al-Qaeda, il Tehrik-i-Talibani-Pakistani e lo Stato Islamico del Khorasan.

Sono passati ormai tre anni dal ritiro delle forze NATO in Afghanistan e dalla successiva presa di Kabul da parte del gruppo dei talebani. Dopo più di venti anni di guerra, la Coalizione a guida statunitense non ha potuto fare altro che riconoscere il fallimento della propria missione progettata per istituire una democrazia di tipo liberal-occidentale in un paese frammentato da divisioni etniche, tribali e tra clan.

Dopo un’iniziale fase di caos, caratterizzata da tentativi di migrazioni di massa ed epurazioni di componenti del vecchio apparato governativo, il gruppo dei talebani è riuscito ad insediare un nuovo governo sotto il nome di “Emirato Islamico dell’Afghanistan”, non riconosciuto dalla comunità internazionale, e basato sulla Sharia, la legge islamica. Nonostante le promesse iniziali sottoscritte negli Accordi di Doha stipulati con Washington, i talebani non hanno stabilito nessun tipo di governo democratico, violandone così i termini.

In aggiunta, nelle condizioni per il ritiro delle truppe internazionali dall’Afghanistan veniva menzionato l’impegno da parte dei talebani affinche il Paese non fungesse da base per eventuali formazioni terroristiche ostili agli Stati Uniti ed ai loro alleati. Nonostante ciò, ad oggi il paese costituirebbe un rifugio sicuro per almeno due organizzazioni di militanti.

La prima risulterebbe essere la ben nota al-Qaeda, la quale sembrerebbe godere di una posizione di favore all’interno dell’apparato governativo grazie ai propri legami con Sirajuddin Haqqani, attuale Ministro dell’Interno e figlio di Jalaluddin Haqqani (deceduto nel 2018), fondatore della cosiddetta “Rete Haqqani”. La Rete Haqqani, nata negli anni 70’ come movimento di insorti per destituire l’allora governo filo-sovietico e successivamente per combattere le truppe sovietiche, è un gruppo indipendente affiliato ai talebani, ed è noto per aver effettuato numerosi attacchi di alto profilo contro le forze della Coalizione in Afghanistan. La presenza stabile di al-Qaeda nel Paese sembrerebbe confermata dall’assassinio del proprio leader, al-Zawahiri,  avvenuto in un’abitazione nel pieno centro di Kabul nel 2022 ad opera di un drone statunitense. Stando ad alcune  fonti USA, al momento dell’uccisione al-Zawahiri si trovava in una casa di un alto esponente della Rete Haqqani.

Secondo un rapporto pubblicato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 13 febbraio 2023, al-Qaeda avrebbe individuato come successore Saif al-Adel, già ricercato dalle autorità statunitensi in relazione agli attentati alle ambasciate USA in Tanzania e Kenya del 1998. L’assenza di un annuncio ufficiale da parte di al-Qaeda circa il passaggio di leadership, lascerebbe pensare ad una tattica volta a mantenere un profilo basso da parte del gruppo circa la propria presenza in Afghanistan. Tuttavia, l’8 giugno 2024, lo stesso Adel ha rilasciato un comunicato, tramite l’agenzia di comunicazione del gruppo as-Sahab, in cui invitava tutti i militanti di al-Qaeda sparsi per il mondo a recarsi in Afghanistan per ricevere addestramento militare al fine di colpire Israele e i suoi partner occidentali.

La seconda organizzazione sembrerebbe essere il Tehrik-i-Talibani-pakistani (TTP). Il TTP è un’organizzazione ombrello, nata in Pakistan nel 2007 nella regione di South Waziristan, che racchiude sotto di sé diversi nuclei di militanti riunitisi con l’obiettivo di rovesciare il governo pakistano ed instaurare la sharia nel paese. Sin dall’inizio dell’operazione “Enduring freedom”, nel 2001, i gruppi hanno costantemente fornito supporto con armi e uomini ai talebani nelle loro operazioni di guerriglia contro le truppe USA e alleati.

Dal ritiro di quest’ultime, diversi nuclei del TTP sembrerebbero essersi spostati in territorio afghano in prossimità della linea di confine con il Pakistan, da dove condurrebbero attacchi coordinati contro le forze di sicurezza di Islamabad. Le stesse autorità pakistane, a fronte del crescente numero di attacchi, hanno più volte accusato i talebani di connivenza con il gruppo, conducendo altresì diversi raid aerei su presunte postazioni del TTP in Afghanistan. Le tensioni tra i due governi si sono negli ultimi tempi ulteriormente inasprite a causa del piano di rimpatrio dei migranti afghani irregolari iniziato da Islamabad nel marzo 2024, il quale ha causato un esodo con conseguente crisi umanitaria verso Kabul di oltre mezzo milione di persone.

L’ascesa dello Stato Islamico del Khorasan

Inoltre, seppur non supportato dai talebani e trovandosi, al contrario, in aperta lotta contro di loro, lo Stato Islamico ha recentemente incrementato le attività in Asia Centrale tramite la propria branca locale (Islamic State Khorasan Province o ISKP). ISKP risulta ufficialmente attivo nel Paese dal 2015, anno in cui rivendicò il suo primo attacco contro un posto di polizia nell’Afghanistan orientale (3 morti), e si ritiene essere attualmente guidato da Shahab al-Muhajir, un presunto ex comandante della rete Haqqani con una significativa esperienza militare alle spalle. Dal ritiro delle forze della Coalizione, il gruppo è riuscito ad ampliare in maniera significativa la propria rete e ad attirare numerosi nuovi militanti dai paesi circostanti come il Tajikistan, complice la mancanza di un apparato di sicurezza e di intelligence solido in grado di contrastarlo. Si è inoltre registrato negli ultimi mesi un incremento degli attacchi portati avanti dai cosiddetti lupi solitari in tutto il mondo, molto spesso affiliati o ispirati a ISKP.

Forecast

Nel breve-medio periodo, nonostante gli accordi di Doha e le pressioni della comunità internazionale, il paese continuerà probabilmente a costituire un terreno favorevole per le organizzazioni terroristiche.

In particolare, visti gli stretti rapporti con i talebani e la Rete Haqqani, risulta probabile un ulteriore incremento delle attività addestrative e di propaganda da parte di al-Qaeda. Un rapporto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di Gennaio 2024 riporta come il gruppo abbia recentemente aperto nuovi campi di addestramento e madrase (scuole coraniche) presumibilmente a tale scopo. Inoltre, considerando l’intensificarsi delle operazioni militari israeliane nei territori palestinesi e nel sud del Libano, l’appello recentemente lanciato dal presunto leader Al-Adel è suscettibile di attirare nuovi militanti da tutto il mondo. Sebbene, quindi, negli anni la minaccia rappresentata in occidente da parte di al-Qaeda si sia notevolmente ridimensionata, nuovi attacchi perpetrati da lupi solitari ispirati a tali ideologie o da cellule del gruppo non possono essere esclusi.

Per quanto riguarda il TTP, il gruppo continuerà probabilmente ad approfittare del supporto offerto dalla leadership talebana per perpetrare attacchi in Pakistan con l’obiettivo di rovesciare il governo ed instaurare un proprio emirato. Per tale motivo e per ragioni ideologiche, risulta al momento improbabile che il gruppo decida di spostare il focus delle proprie operazioni all’infuori del Pakistan.D’altro canto, visto il recente incremento nel numero di attacchi, lo Stato Islamico continuerà a rappresentare una minaccia globale. Il gruppo ha dimostrato, nonostante le sconfitte territoriali subite in Iraq e in Siria degli ultimi anni, di essere ancora in grado di ricostruire le proprie reti di militanti e di poter condurre attacchi di alto profilo, come dimostrato dai recenti attentati in Russia, Oman e Iran. L’instabilità e la mancanza di apparati securitari solidi in Afghanistan contribuiranno probabilmente ad accrescere l’influenza del gruppo nella regione e la propria capacità di ispirare potenziali nuovi lupi solitari in giro per il mondo

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